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Icardi: “Abbiamo fatto il Napoli”. Spalletti: “Questa sì che è una squadra”

La vittoria di Genova rilancia le quotazioni dell’Inter. Argentino mattatore: “Il mister ci ha provocato un po’ ma abbiamo risposto. Nazionale? Giusto non essere stato convocato, per 4 gare non ho giocato”.
A cura di Maurizio De Santis
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Una carezza in un pugno. Mauro Icardi, autore dei quattro gol alla Samp, la suona e la canta a Spalletti e al commissario tecnico dell'Argentina, Sampaoli, che lo ha escluso dal novero dei convocati per le ultime amichevoli prima del Mondiale. Non è una bocciatura ma sa bene che la concorrenza è agguerrita e può solo fare una cosa: continuare a segnare come fatto a Marassi. Sono 103 le marcature in A, 22 quelle raccolte in stagione. Non avesse attraversato – come tutta l'Inter – un periodo d'appannamento a quest'ora lo scettro dei cannonieri sarebbe suo e non di Immobile.

E' giusto che il ct non abbia chiamato – ammette Icardi a Sky Sport -. In fondo per quattro partite non ho giocato e sono rimasto fuori per infortunio. Capisco la sua scelte, tocca a me convincerlo del contrario.

Questa è la carezza, quanto al pugno (figurato) è quello incassato per le parole di Spalletti che aveva fatto riferimento alla (presunta) mancanza di qualità della squadra nei momenti topici della stagione. A Genova, con la Samp martellata, colpita e affondata, è arrivata dal campo la migliore risposta si potesse dare al tecnico.

Ci voleva una partita così dopo la gara di sacrificio fatta con il Napoli. Oggi dovevamo fare noi il Napoli della situazione, abbiamo avuto il giusto approccio dal primo minuto e dal risultato si è visto – ha aggiunto l'argentino -. La qualità si è vista in questo match poi possiamo sempre migliorare. Il mister sa gestire questi momenti, ci ha provocato un po' ma abbiamo risposto. I gol? Pensavo di farne uno o al massimo due ma non quattro. In questo stadio ho fatto il primo gol in Serie A e avevo anche già fatto un poker. Si vede che era destino che arrivassi a 103 a Marassi.

A proposito di Spalletti, si gode la cinquina che ha un valore importante per il morale, per la fiducia e soprattutto per dare un segnale molto chiaro in chiave Champions. A cominciare dal Milan che nel derby del 4 aprile tenterà l'ultimo assalto per accorciare le distanze dalla zona podio.

Mi è piaciuta la squadra, l'interpretazione della gara, la personalità contro un avversario difficile che in casa ha sempre fatto bene. Non abbiamo concesso niente, ha funzionato il collettivo – ha ammesso Spalletti -. E' servita la mia provocazione sulla mancanza di qualità? Il mio obiettivo è dare qualcosa di più e forza ai giocatori.

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