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Ibrahimovic trascina il Psg ma gela Parigi: “Ancora due mesi, poi vi dirò dove andrò”

Trascinatore autentico nel match di ritorno contro il Chelsea, il campione svedese ha dimostrato finalmente di esser determinante anche in Champions. Ma invece di giurare fedeltà al Psg ha preferito nel dopo gara lasciarsi tutte le porte di mercato aperte. Soprattutto verso la Premier l’ultimo grande campionato ancora inesplorato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Zlatan Ibrahimovic si è preso sulle spalle il Psg in Champions, determinante con un assist e un gol nel battere il Chelsea e approdare ai quarti di finale. In una competizione che storicamente non l'aveva mai visto così protagonista nei momenti che contavano, anzi. La Champions per il campione svedese è l'ultimo grandissimo tabù con cui fare i conti in una carriera costellata di successi. Adesso potrebbe essere il momento perfetto per coronare il sogno più grande, in un Psg che sta volando in patria, dove non conosce ostacoli e che al momento si gode i quarti di finale. Ma il futuro resta un'ipotesi e lo stesso attaccante non si sbilancia su dove e con chi potrà giocare il prossimo anno. Ma Parigi sembra essere comunque oramai un capitolo che a giugno giungerà al termine, con o senza Coppa da alzare.

Certamente ritrovarsi sul mercato da vincitore potrebbe permettere a Ibrahimovic e al suo fido Mino Raiola di guardarsi intorno con l'imbarazzo della scelta. L'ennesima Ligue1 vinta, l'ennesimo probabile titolo di miglior giocatore in Francia, l'attuale cavalcata in Champions che non ha conosciuto ostacoli sono tutti biglietti da visita che permettono sin da subito di avere pretendenti pronte a spendere fior di milioni per un campione che non sembra subire il procedere del tempo. I rumors di mercato si sprecano soprattutto dipingendo scenari in Premier, un campionato ancora inesplorato da Zlatan.

 

Ma è lo stesso Ibrahimovic a gettare acqua sul fuoco del calciomercato. L'obiettivo è vincere al momento con la maglia del Psg ma l'idea di fondo è di non stare più a Parigi e considerarla oramai un'avventura destinata a morire il prossimo giugno con il contratto in scadenza. Le parole – per i più maliziosi – sibilline nei confronti di una dirigenza che in un recente passato non aveva dato garanzie a Ibrahimovic suonano foti nel dopo gara contro il Chelsea: "Ho ancora due mesi col Psg, Non sto discutendo e non ho ancora discusso con nessuno. Deciderò cosa sarà meglio per me e la mia famiglia. Io che potrò andare in Premier League? Non è il momento di parlarne, qui al momento sto bene, ma senza il contributo della squadra non potrei fare niente. L'aspetto più importante è che stiamo migliorando, la squadra è giovane e non giochiamo insieme da molto. Abbiamo dato il massimo che possiamo esprimere".

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