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Champions League: Londra ai piedi di Di Maria e Ibrahimovic

La scintillante prova del Psg di Laurent Blanc, è arrivata grazie alla serata “da urlo” dell’argentino e dello svedese: protagonisti assoluti anche nel ritorno giocato a Londra.
A cura di Alberto Pucci
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Uno snobbato, l'altro deriso. Uno in Inghilterra ci aveva anche giocato, l'altro hanno spesso cercato di farlo traslocare senza però riuscirci. Dagli spalti li hanno fischiati, in campo provocati, ma alla fine hanno vinto proprio loro. Angel Di Maria e Zlatan Ibrahimovic sono stati i principali protagonisti del colpo grosso ottenuto a Londra dal Paris Saint-Germain di Laurent Blanc. Se il Chelsea è scomparso dalla cartina dell'Europa e se i parigini sono ai quarti di finale, gran merito di tutto questo va ai due attaccanti del Psg. Alle gioie della gara d'andata giocata al Parco dei Principi, dove entrambi avevano contribuito alla vittoria dei transalpini (Ibra con il gol del vantaggio, il "Fideo" con l'assist del 2-1 di Cavani), è seguita la grande soddisfazione di mettere a tacere gli orfani di Mourinho e di violare lo storico impianto londinese.

 

Di Maria rimpianto di Manchester

C'è qualcosa di diabolico e paradossale nella serata di Di Maria e Ibrahimovic. Proprio davanti ai tifosi inglesi, che fino a qualche mese prima lo fischiavano per la sua esperienza in chiaroscuro allo United, l'argentino ha estratto dal cilindro una delle sue più belle partite, impreziosita dalle giocate decisive nei due gol: "apertura" geniale per Ibra, sull'azione dell'1-0 di Rabiot, e assist decisivo per lo stesso svedese in occasione del raddoppio. Una serata da incorniciare per l'argentino, che avrà fatto andare di traverso la pinta di birra ai molti tifosi dei "Red Devils" sparsi nei vari pub di Manchester.

Ibra, più assist che gol

Il paradosso più grande, infine, riguarda Zlatan Ibrahimovic. Definito da tutti colui che in Europa non è mai riuscito a fare la differenza, lo svedese ha messo a segno il suo nono gol in 38 partite della fase eliminatoria della coppa dalle grandi orecchie. Un magro bottino per un bomber di razza come l'ex milanista che, a dir la verità, in questa Champions League si è messo in luce anche come "assist-men" fornendo a Rabiot il suo decimo passaggio decisivo nelle ultime quattro Champions. Meglio di lui solo Cristiano Ronaldo che, dall'edizione 2012/2013, ne ha messi insieme dodici.

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