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Ibrahimovic, prima il gol poi la perla: “Fossi arrivato 10 anni fa, sarei già presidente Usa”

Zlatan Ibrahimovic dopo aver trascinato, con tanto di gol, i Los Angeles Galaxy alla vittoria a Philadelphia, ha stupito tutti davanti ai microfoni. Alla domanda se abbia dovuto cambiare il suo stile di gioco per adattarsi alla Major League Soccer statunitense, lo svedese ex ha risposto in modo assai curioso.
A cura di Marco Beltrami
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In campo e fuori è sempre lecito aspettarsi uno show da Zlatan Ibrahimovic. La conferma è arrivata nelle ultime ore, quando lo svedese prima ha segnato il 12° gol della sua avventura oltreoceano con la maglia dei Los Angeles Galaxy, e poi davanti ai microfoni della stampa ha regalato una delle sue proverbiali "perle". Ancora una volta parole che evidenziano la caratura dell'ego di Ibra che alla sua maniera ha spiegato come ha conquistato il popolo americano.

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Ibrahimovic in gol in Philadelphia Union-Los Angeles Galaxy

Zlatan Ibrahimovic archiviata la parentesi da spettatore ai Mondiali 2018, in cui non gli è stato permesso di giocare con la Svezia, è tornato a brillare con la maglia dei Los Angeles Galaxy. Nella sfida vinta dalla sua squadra sul campo dei Philadelphia Union, Ibra è andato ancora una volta a segno. Sua la rete, con un tiro a giro a mezz'altezza insaccatosi all'angolino, per il 2-1 momentaneo dei Galaxy che hanno poi vinto 3-1.

Il rendimento di Ibrahimovic ai Los Angeles Galaxy

Si tratta del 12° gol del bomber svedese in 15 partite di campionato, un rendimento importante per trascinare la formazione americana nella zona playoff della MLS. A quasi 37 candeline dunque Zlatan Ibrahimovic si conferma ancora decisivo, anche in un torneo certamente non al livello di quelli europei. Quello che è certo è che l'ex di Juve, Inter e Milan è un idolo per i tifosi della squadra di Los Angeles

Ibrahimovic e la candidatura sfumata alla presidenza Usa

Archiviata la partita, con tanto di gol e vittoria, ecco che come da copione è arrivato lo show davanti alle telecamere. Alla domanda se abbia dovuto cambiare il suo stile di gioco per adattarsi alla Major League Soccer statunitense, lo svedese ex Inter, Milan e Juventus ha risposto così: "Non lo so, però gli americani sono fortunati: se fossi arrivato qui dieci anni fa, ora sarei il presidente degli Stati Uniti".

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