Ibrahimovic colpisce ancora: 3° gol in 3 partite, Chicago si arrende
La Z vergata come Zorro sul petto dell'avversario. Al debutto Ibrahimovic scelse un colpo da maestro (pallonetto da 40 metri) e un tocco d'attaccante di rapina (anticipò il difensore a un paio di metri dalla porta) per lasciare il segno sulla Major League che lo aveva accolto e sul derby di Los Angeles. Lo svedese spostò gli equilibri alla sua maniera: i Galaxy avevano bisogno di lui e lui scese in terra concedendo alla platea di tifosi un piccolo miracolo: uno, due e zac… fece a fette i marcatori servendone la testa (assieme alla vittoria) su un piatto d'argento.
Un esordio coi fiocchi, una doppietta per urlare – dall'altra parte del mondo fino all'Europa – che non era finito, che l'operazione al ginocchio ne aveva solo opacizzato un po' la classe, che aveva ancora fame di vittorie e di successi, che lui resta fortissimo e può dare ancora molto là in mezzo, nel cuore dell'area di rigore.
E lo ha dimostrato ancora una volta – semmai ce ne fosse stato bisogno – nella sfida di campionato contro i Chicago Fire di Bastian Schweinsteiger. In campo è andato per la prima volta da titolare (contro il Kansas City pure era subentrato) e non ha deluso le attese: al Toyota Park, nel recupero del primo tempo, ha piazzato un colpo di testa vincente su cross di Ashley Cole (ex Roma). Terzo centro in altrettante gare giocate, una media alla Ibra. Gli resta il rammarico per aver fallito un altro paio di occasioni… Zlatan è così, non perdona nemmeno sé stesso.
Felice per aver regalato la vittoria a Los Angeles? Sì, ma potrei averne segnati un altro paio… Ho sbagliato 2 palle gol che normalmente butto dentro…