Iaquinta urla la sua innocenza: “La verità verrà fuori, con l‘ndrangheta io non c’entro”
La prima intervista televisiva, dopo la condanna a due anni subita al termine del primo grado del processo "Aemilia", Vincenzo Iaquinta l'ha rilasciata alle "Iene". L'ex attaccante di Udinese, Juventus e della Nazionale campione del mondo del 2006, si è infatti ribellato alla decisione del Tribunale di fronte alle telecamere di Italia Uno: "Sui giornali si parla solo di me e mio padre. Ci sono state 119 condanne, ma non le hanno nemmeno citate – ha esordito Iaquinta – Ci sono altri due gradi giudizio e la verità verrà fuori per forza".

"Sono sicuro al 100% dell’innocenza di mio padre. Credo nella giustizia e lotterò fino alla fine. A essere famosi ci sono i pro e i contro. I giornali mettono solo: due anni a Iaquinta per ’ndrangheta, maledizione! Solo sentire la parola ‘ndrangheta mi fa paura". Condannato per "reati di armi" e per aver lasciato al padre Giuseppe (condannato a 19 anni) armi legittimamente detenute e munizioni, Iaquinta ha così nuovamente rivendicato la sua innocenza.

La paura di Iaquinta
"Non ho mai parlato prima, perché avevo fiducia in questa giustizia – ha spiegato l'ex giocatore a Giulio Golia – Ho aspettato, però adesso basta. E' arrivato il momento di far capire alla gente che mio padre non c'entra niente in tutto questo. Veramente, è innocente. Sono veramente stanco di questa situazione. Dopo la condanna, sono arrivato a casa e ho trovato i miei bambini che piangevano. Mia madre che è malata di tumore da 4 anni, ma un cuore ce l'ha questa gente o no? Ce l'ha un cuore?".
"Mio padre è calabrese, anche io sono calabrese, sono di Cutro – ha concluso Iaquinta – Essere di quel paese non vuol dire che tu sia ‘ndranghetista. È questo che non capisco. Hanno fatto di tutta l'erba un fascio. La ‘ndrangheta a me non interessa. È una cosa che nella mia famiglia deve stare lontana perché non fa parte di noi. Ho paura a parlare solo di ‘ndrangheta. Non c’è cosa più brutta di venire marchiato col nome della ‘ndrangheta".