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I vizi da straricco (e la Rolls Royce) di Paul Pogba che non piacevano a José Mourinho

L’ex manager del Manchester United, José Mourinho, ha spiegato ai tabloid perché il rapporto con Paul Pogba non è mai decollato. “Sua Eccellenza se ne voleva andare in Rolls Royce, che ci potevo fare?”. Inizia così il racconto del manager lusitano che non ha ma fatto sconti ad alcuno quanto a educazione e a rispetto dello spogliatoio.
A cura di Maurizio De Santis
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Perché José Mourinho e Paul Pogba sono arrivati ferri corti? Perché tra i due non c'è mai stata simpatia? Perché il rapporto s'è così logorato da pesare prima sull'equilibrio dello spogliatoio poi sui risultati? A svelare il retroscena di quel rapporto controverso, arrivato ai minimi termini fino a quando il tecnico non è stato esonerato, è stato lo stesso manager portoghese nell'intervista concessa al tabloid inglese, Daily Mail. Lo ‘Special One' e il ‘polpo' hanno litigato per colpa di una macchina… non un modello qualunque ma una di quelle extra lusso che solo in pochi possono permettersi (magari con tanto di autista personale).

La vettura in questione è una Rolls Royce e la colpa non è stata esattamente del mezzo ma del suo proprietario, il centrocampista francese. Cosa ha combinato? Si rese protagonista di un gesto che Mourinho interpretò come una mancanza di rispetto verso di lui e i compagni di squadra. E lo stipendio di 17 milioni di euro netti a stagione che l'ex bianconero percepisce dai Red Devils non lo esimono di certo dal tenere il giusto contegno nei confronti del resto della rosa.

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"Sua Eccellenza se ne voleva andare in Rolls Royce, che ci potevo fare?". Inizia così il racconto del manager lusitano che non ha ma fatto sconti ad alcuno quanto a educazione e a rispetto dello spogliatoio.

Giocavamo una partita non lontano da Manchester, a circa 30 km – ha ammesso Mourinho –  e un giocatore (il riferimento era a Pogba, ndr) mi chiese di tornare a Manchester per conto suo. Avrebbe preferito viaggiare da solo e non in pullman con il resto della squadra. Gli dissi che se fossimo stati a Londra avrebbe avuto senso, ma visto che eravamo vicini non era opportuno.

Tutto finito? No, perché il calciatore tornò alla carica con l'allenatore dopo aver disputato e vinto la gara in calendario. Ricevuto il primo diniego, gli chiese ancora una volta il permesso di non viaggiare assieme alla squadra

Io ero felice per la vittoria e ho ceduto, ma gli dissi almeno di salire sul pullman e avvertire il suo autista di riprenderlo a 10 Km dallo stadio – ha aggiunto Mourinho -. Non la prese bene… Poiché la macchina era nuova, sua Eccellenza se ne voleva andare in Rolls Royce, che ci potevo fare?".

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