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“I love Riky”: la coreografia della Fiesole è un tributo al tifoso scomparso Magherini

Chi è Riky? La coreografia della curva Fiesole con cui si è aperto il big match di Serie A Fiorentina-Juventus allo stadio Artemio Franchi è un omaggio a Riccardo Magherini, il 40enne morto durante un arresto in Borgo San Frediano a Firenze nel marzo 2014. Ospiti del tifo organizzato della Viola Guido e Andrea Magherini, padre e fratello dell’ex promessa del settore giovanile del club toscano.
A cura di Vito Lamorte
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"I love Riky". Una coreografia davvero importante quella che si è vista allo stadio Artemio Franchi di Firenze subito prima della partita tra la Fiorentina e la Juventus: la curva Fiesole, cuore del tifo viola, ha voluto tributare un omaggio a Riccardo Magherini, ragazzo morto il 3 marzo 2014 in una strada del centro del capoluogo toscano dopo essere stato fermato dalle forze dell'ordine. Oltre a questo grande cuore per il tifoso morto durante un arresto in Borgo San Frediano a Firenze, c'è anche uno striscione con su scritto: "Il popolo fiorentino non dimentica un figlio di Firenze. Riky vive". Erano ospiti del gruppo"Unonoveduesei" Guido e Andrea Magherini, padre e fratello dell'ex promessa della scuola calcistica fiorentina, e la coreografia è stata accolta con grande emozione da tutti i tifosi viola.

Proprio qualche giorno fa sono stati assolti dalla Cassazione i carabinieri precedentemente accusati della morte di Riccardo Magherini, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina e morto nel 2014. Una decisione che è stata duramente criticata dalla Curva Fiesole che ha pubblicato un messaggio molto chiaro su Facebook. La sentenza ha affermato che l'ex calciatore classe 1974 non è morto perché i carabinieri lo mantennero a terra, senza accorgersi che non respirava più, invece di alzarlo e farlo soccorrere dai sanitari nel frattempo arrivati, come avevano invece stabilito due precedenti sentenze.

Sono state azzerrate le condanne ed è stato chiuso senza colpevoli un caso giudiziario che fino a qualche giorno fa sembrava incanalato su interpretazioni univoche dei giudici, che avevano portato alle condanne, per omicidio colposo, di tre dei quattro carabinieri intervenuti nel concitato arresto del 40enne. Ha vinto la linea difensiva degli avvocati delle forze dell'ordine che sosteneva come "i carabinieri non avessero elementi per capire quello che stava accadendo a Magherini a causa dello stupefacente. Magherini è morto per una serie di concause, tra cui anche la sofferenza per la posizione prona, ma era necessario bloccarlo, e i carabinieri non potevano capire se era il momento di metterlo a sedere".

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