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I casi di Inzaghi, Totti, Montolivo, Amauri: non esistono più bandiere e giocatori intoccabili

Superpippo escluso dalla Champions, il Pupone in panchina a Roma, Montolivo senza la fascia di capitano, Amauri fuori rosa nella Juve. Le società puntano i piedi e non fanno più distinzione tra giocatori intoccabili e il gruppo.
A cura di Alessio Pediglieri
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stelle calcio

La nuova era del calcio italiano passa attreaverso lo sciopero dei calciatori, il prossimo imminente fair play finanziario, l'involuzione a livello internazionale dei nostri club e della Nazionale e anche attraverso il tramonto definitivo delle ‘bandiere'. Così, sono all'ordine del giorno notizie che riguardano i vari Inzaghi, Totti e Montolivo che sono entrati in contrasto con le rispettive società. Autentici ‘idoli' delle rispettive tifoserie, oggi sono messi da parte per logiche societarie a volte di difficile spiegazione.

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SUPERPIPPO SENZA PIU' I SUOI POTERI SPECIALI – Filippo Inzaghi è stato escluso dalla lista di Champions League. Per Superpippo e i tifosi rossoneri quasi un ‘affronto' da parte di Mister Allegri e del Milan. Un gesto che sembra ‘irrispettoso' verso un giocatore che ha fatto la storia del club in Europa conquistando allori personali fatti di primati e record. Eppure, ai blocchi di partenza della stagione europea 2011-2012, Filippo Inzaghi è stato messo da parte visti gli altri attaccanti in rosa e le problematiche legate ad un centrocampo che non avrà a propria disposizione sia Gattuso (per squalifica) che Flamini (per infortunio). Legittimo pensare che la scelta dell'allenatore sia maturata dopo un faccia a faccia con la società e una chiacchierata con il giocatore; legittimo anche pensare che lo stesso Inzaghi non sia in forma al cento per cento e quindi sarebbe stato più ingeneroso inserirlo in lista senza farlo giocare, piuttosto che ‘preservarlo' in vista degli ottavi di Champions, quando il gioco si farà ‘duro', le liste potranno subire cambiamenti e un giocatore letale come Superpippo, allora sì, potrebbe risultare più che determinante. Eppure, resta il sospetto di una scelta ‘definitiva', anche per il prossimo futuro, visto che – qualora non ci fossero esigenze particolari – la rosa del Milan di oggi dovrebbe permettere allo stesso Allegri di confermare a gennaio le scelte fatte adesso. Si vocifera che Inzaghi ci sia rimasto talmente male che mediti una cessione proprio nella sessione di mercato invernale: nessuna conferma, nessuna smentita. Il dubbio – e il sospetto – resta vivo e quanto mai reale che nel 2012 Inzaghi vestirà una nuova maglia. Ma quale?

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IL PUPONE E' DIVENTATO IMPROVVISAMENTE VECCHIO – Se al Milan, una ‘stella' sta per essere spenta, a Roma, un'altra ‘stella' sembra voler brillare troppo, tanto da dover venire ridimensionata nei toni e nei modi. Stiamo parlando di Francesco Totti che in queste ultime settimane ha dimostrato in ogni modo di star mal digerendo la nuova gestione americana di DiBenedetto e il nuovo corso tecnico di Baldini-Sabatini-Enrique. "Basta" aveva fatto scrivere il Pupone sulla propria maglietta in allenamento in riferimento al trattamento che starebbe subendo dalla nuova società, irrispettoso verso una bandiera che ha scritto le pagine più belle della recente storia giallorossa. Risposta? Un sms asettico sul proprio cellulare in cui gli si ricordava di essere meno ‘protagonista' e una conferenza stampa della società sullo stesso tono: ‘Totti deve mettere da parte qualsiasi forma di vanità sapendo di aiutare moltissimo il gruppo. Deve gestirsi bene e sopportare le esclusioni in un'altra maniera. Il caso Totti sta uccidendo la squadra'. E ancora: ‘Oggi deve pensare a se stesso in maniera diversa, può darsi che possa essere più utile con 20 partite che con 30. Anche se va in panchina dovrebbe avere il sorriso dentro e anche fuori, perché anche i giovani non siano in imbarazzo. Gli chiedo uno sforzo straordinario. Non possiamo distruggere Luis Enrique, per far venire un altro che poi verrà distrutto a sua volta'. Parole dure, sentenze senza appelli. Mancanza di riguardo o anche in questo caso dimostrazione di maturità di una società che guarda più al bene del collettivo rispetto al singolo, anche se questo singolo è un ‘intoccabile' come Totti?

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DALLA NAZIONALE A FUORI ROSA – In un'altra ‘grande', la Juventus, c'è un altro caso simile. Non si parla in questo senso di una ‘stella assoluta' alla Totti e alla Inzaghi, ma comunque di un ottimo giocatore: Amauri. Una situazione simile con la società visto che il calciatore è un ‘separato in casa' e ha rimpolpato la nutrita lista di scontenti in casa Juve. Per lui nessuna lesa maestà diretta ma semplicemente una questione legata alle sfumate trattative di mercato che avevano spinto la dirigenza juventina a doverlo cedere perchè non rientrava più nei parametri tecnici di Antonio Conte. E invece, l'italobrasiliano avrebbe rifiutato ben cinque trasferimenti, l'ultimo dei quali – al Marsiglia di Deschamps – che ha fatto traboccare il vaso con la classica goccia di troppo. La Juventus, nelle parole e nella figura di Marotta, denuncia un danno economico non indifferente e una presa di posizione del giocatore inqualificabile perchè Amauri "ha un contratto netto 3,8 milioni di euro, gli era stato garantito un incentivo all'esodo di 3,2 milioni di euro lordi da parte della Juventus e i restanti 2,5 milioni di euro netti dal Marsiglia, che gli dava un contratto di altri due anni: in totale aveva tre anni di ingaggio. E ha rifiutato". "E' un suo diritto farlo" ha risposto immediatamente il rappresentante del giocatore ancora sotto contratto regolare con la Juventus ma indesiderato da tecnico e presidenza. E adesso? Il futuro è nero, Amauri rischia di essere messo fuori rosa e venire ‘svalutato' sul mercato rischiando di non giocare e di avere un mercato invernale non equivalente alle sue qualità. Certo, un danno tecnico ed economico per la Juve ma anche per lo stesso giocatore ‘reo' di voler dimostrare con i fatti di essere ancora all'altezza del progetto bianconero. Un reato?

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CAPITANO, O MIO ‘NON' CAPITANO – Altro ‘mito' sconsacrato sull'altare del calcio è, per i tifosi viola, Riccardo Montolivo. Altro giocatore di primissima qualità, altro separato in casa Fiorentina (forse insieme a Gilardino dopo il ‘battibecco' a distanza tra la punta e la dirigenza gigliata). Il centrocampista della Nazionale e – fino a qualche settimana fa – capitano viola, oggi è ancora un giocatore a disposizione di Mihajlovic non per propria scelta. Lui insiste a non avere mai avuto accordi o preaccordi scritti e verbali con altre società, nè in passato nè in futuro, eppure la sensazione è che doveva essere ceduto. La Fiorentina l'ha detronizzato togliendogli la fascia, Montolivo ha ora due scelte: o rimettersi in gioco facendo un passo indietro e riconquistando un posto in squadra lasciando perdere discorsi di mercato e di scadenze di contratto (alle porte) oppure mettersi ad un tavolo e ridiscutere il rinnovo alle condizioni anche di una società che non avrebbe alcuna intenzione di perderlo a parametro zero ma neppure di rinforzare una diretta concorrente in campionato. Fatto sta che anche lui (richiesto concretamente da Inter, Juventus, Milan e Roma) sta per iniziare una stagione piena di tormenti e problemi. La tifoseria lo appoggerà? O lo ‘userà' per dar contro ai Della Valle ultimamente nel mirino delle contestazioni dei tifosi viola?

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