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I campioni del Mondo del 2006: dove sono e cosa fanno gli eroi di Berlino

Il ricordo di quella magica cavalcata, nonostante gli anni passati, è ancora vivo nel cuore di tutti. Dalla A di Amelia alla Z di Zambrotta, ecco come se la passano a nove anni di distanza i protagonisti di quell’incredibile impresa.
A cura di Alberto Pucci
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E' passato quasi un decennio, ma sembra sia successo l'altro ieri. Sono trascorsi nove anni, un lungo periodo che non è riuscito, neanche per un istante, a rovinare quelle istantanee dai colori ancora intensi. L'Olympiastadion di Berlino avrebbe potuto essere lo stadio dei sogni bianconeri. Rimarrà, invece, indelebilmente legato "solo" al trionfo della squadra di Marcello Lippi che, in quel 9 luglio 2006, riuscì a battere la Francia ai rigori e a riportare la Coppa del Mondo in Italia. La tensione prima della finale, il "cucchiaio" di Zidane, il pareggio di Materazzi e la successiva e incredibile testata del francese al difensore. E poi ancora i miracoli di Buffon, la traversa di Toni, i supplementari, i rigori e la faccia paonazza di Grosso e degli altri azzurri, in quel preciso istante che ti rendi conto che: sì, è tutto vero. Siamo campioni del Mondo.

Nessuno poteva prevedere un epilogo tanto entusiasmante, tanto meno quei giocatori che fecero parte di una spedizione azzurra subito criticata dopo le prime partite poco convincenti. A distanza di nove anni esatti, l'orgoglio di chi ha saputo far ricredere una nazione intera è, comprensibilmente, ancora vivo. Già, ma che fine hanno fatto gli eroi di Berlino? Molti di loro sono ancora in campo e, spesso, occupano ancora le prime pagine dei giornali. Campioni come Buffon, De Rossi, Barzagli, Pirlo, Toni, Totti, Gilardino e Zaccardo calcano tutt'ora i campi della Serie A. Discorso diverso, invece, per Amelia (attualmente svincolato dal Perugia e in attesa di una squadra) e per Del Piero, Cannavaro, Materazzi e Perrotta: tutti e quattro diventati opinionisti televisivi.

Tra questi, c'è anche chi ha scelto di intraprendere la carriera da allenatore. Grosso allena la Primavera della Juventus, Barone quella del Modena, Gattuso sarà il nuovo allenatore della Carrarese e si porterà dietro anche Nesta, Peruzzi è stato il vice di Ferrara alla Sampdoria, mentre Inzaghi ci ha provato sulla panchina del "suo" Milan. Zambrotta e un ex del Chiasso (prima da giocatore e poi da "mister"), Camoranesi allena in Messico e Massimo Oddo (il suo "barbiere" di fiducia, in quella notte di Berlino) ha sfiorato la massima serie dirigendo il Pescara. Tutti, più o meno, felici di continuare a respirare il profumo dell'erba di un campo di calcio. Tutti, tranne Iaquinta: recentemente coinvolto in spiacevoli fatti di cronaca e accusato di detenzione irregolare di armi.

Infine, Marcello Lippi. Il comandante che ha saputo portare fino a Berlino la truppa azzurra e che, ventiquattro anni dopo Spagna '82, è riuscito ad alzare al cielo la quarta Coppa del Mondo della nostra storia. Il "mister" di Viareggio dopo aver vinto anche in Cina con il Guangzhou Evergrande, è attualmente in attesa di una nuova chance come ha confermato lui stesso, nel marzo scorso, durante un'intervista radiofonica a Kiss Kiss: "Non voglio più fare l'allenatore di un club, ma sarei interessato a farlo con una Nazionale, magari per i prossimi Europei. Oppure mi piacerebbe fare il direttore tecnico in qualche società. Se qualcuno volesse sfruttare la mia esperienza sarei a disposizione".

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