Hakan Sukur, la nuova vita da rifugiato: “Ora vendo caffè in California”
Pochi mesi al Torino, una stagione all'Inter e un'altra al Parma. Dopo aver vinto molto in Turchia, Hakan Sukur è passato come una meteora nel nostro paese. Poche le presenze del turco in Serie A, ancor meno le reti: nove in totale, suddivise tra le sue tre squadre italiane. Nonostante l'esperienza nel nostro campionato sia stata un vero flop, Sukur non si è però mai perso d'animo e ha chiuso alla grande la sua carriera con il Galatasaray vincendo gli ultimi due titoli in "Super Lig".
Sbarcato in California nel 2015, dopo aver passato diversi problemi in Turchia (per lui anche un mandato d'arresto), Hakan Sukur si è confidato in un'intervista rilasciata al "New York Times", nella quale ha raccontato della sua vita da rifugiato in America a causa della politica fortemente repressiva del regime di Erdogan: "Se mi fossi comportato diversamente, avrei avuto una bella vita – ha spiegato l'ex attaccante – Se avessi detto quello che volevano loro, sarei diventato ministro. Invece adesso vendo caffè, ma almeno non ho perso tutto il rispetto che ho di me stesso".
La fuga verso gli States
"La Turchia resta il mio paese e amo la mia gente, anche se l'idea che hanno di me è distorta a causa del condizionamento dei media – ha continuato l'ex bomber della nazionale turca – Ma non sarà sempre buio, io credo che un giorno la luce tornerà e magari un giorno torneremo lì, per riabbracciare anche i miei genitori che ormai vedo solo su FaceTime".
Dalla grave crisi del suo paese alla tranquillità e al sole californiano. Per Hakan Sukur si è trattato di un grande cambiamento: "Qui c'è bel tempo, faccio una bella vita – ha concluso – E poi voglio che i miei figli siano liberi, che siano persone indipendenti. Voglio che visitino altri paesi, che imparino culture differenti, incontrino gente diversa da loro e maturino come individui".