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Giovani, gioco, Balotelli: l’Italia di Mancini fa ben sperare, ma serve la ‘spina dorsale’

Primissimo bilancio del nuovo corso azzurro dopo le prime tre amichevoli con Roberto Mancini in panchina: bene puntare sui giovani, riportare Balotelli al centro del progetto e provare a dare un’identità di gioco ben chiara alla squadra, ma adesso bisogna lavorare su quei improvvisi cali d’attenzione e paure di venturiana memoria mostrati a partita in corso sia contro l’Arabia che con Francia e Olanda e bisogna soprattutto creare la “spina dorsale” intorno alla quale costruire la nuova Italia in vista dei prossimi match che conteranno certamente di più.
A cura di Michele Mazzeo
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Con l'1-1 (gol di Zaza e Aké) tra Italia e Olanda si conclude il primo miniciclo di Roberto Mancini sulla panchina azzurra. Un successo, con l'Arabia Saudita al debutto, un pareggio, quello odierno con gli oranje, e una sconfitta, in casa della Francia, il resoconto finale di questo trittico di partite giocate negli ultimi otto giorni dalla Nazionale italiana. Con tutte le attenuanti del caso (gare amichevoli di fine stagione e diverse assenze per infortunio) dopo queste tre prime gare possiamo tracciare un primissimo e parzialissimo bilancio su questa nuova Italia targata Mancini. Ecco cosa è piaciuto e cosa meno in questo avvio del nuovo ciclo azzurro dopo le partite con Arabia Saudita, Francia e Olanda.

Cosa piace della nuova Italia di Mancini

Giovane Italia

Dato il momento critico in cui Roberto Mancini ha preso le redini dell’Italia, cioè dopo il disastro della non qualificazione al Mondiale di Russia con una Nazionale da ricostruire ci sembra un bel segnale quello lanciato dal nuovo ct con la scelta di puntare sui giovani schierando nel suo debutto sulla panchina azzurra una formazione con una media età di 26 anni, la più bassa dal 2010 ad oggi. Ripartire da giovani di talento come Federico Chiesa, migliore tra gli azzurri contro la Francia e determinante quando subentrato contro l'Olanda, sembra essere un'ottima idea.

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Il ‘recupero' di Balotelli

Altro punto che lascia ben sperare per il nuovo corso azzurro è l’aver ritrovato Mario Balotelli. Roberto Mancini non solo ha richiamato l’attaccante del Nizza in azzurro a quattro anni di distanza dall’ultima volta ma gli ha anche concesso quella fiducia indispensabile affinché il talento bresciano possa dare il meglio di sé trascinando l’attacco della Nazionale. Il tutto facendolo sentire al centro del nuovo progetto. Al momento le risposte da parte dell’ex interista sono state buone sia dentro che fuori dal campo. E se Mancini riuscisse a ridare al calcio italiano un Mario Balotelli al top potrebbe essere già questa la sua prima grande vittoria da ct. E inoltre in queste tre gare ha ritrovato anche i gol di due attaccanti come Andrea Belotti e Simone Zaza a digiuno in azzurro da molto tempo.

Tentativi di imporre il proprio gioco

Altro aspetto sicuramente positivo dimostrato dall’Italia di Roberto Mancini in queste prime partite è il tentativo, almeno per alcuni tratti della partita, di imporre il proprio gioco avendo un’identità ben precisa, anche rischiando la giocata più difficile pur di creare grattacapi alle difese indipendentemente dall’avversario che ci si trova davanti. Quello che si è visto nel primo tempo con l’Arabia Saudita e Olanda,  e in avvio di ripresa contro la Francia sembra poter essere la strada giusta per ridare un gioco ad una Nazionale che soltanto qualche mese fa ha toccato il fondo per risultati e per gioco espresso nel playoff contro la Svezia che ci ha condannati ad assistere al prossimo Mondiale soltanto da spettatori.

Il confronto statistico del 1° tempo tra Italia e Olanda (fonte SofaScore)
Il confronto statistico del 1° tempo tra Italia e Olanda (fonte SofaScore)

Cosa dimenticare e in fretta

Quella nociva paura di perdere

Passiamo adesso all’altro lato della medaglia di questo inizio di nuovo corso azzurro griffato Mancini, cioè alle cose che ci sono piaciute meno e che si dovranno migliorare in futuro. Partiamo da quei momenti in cui sia con l’Arabia Saudita, che con Francia e Olanda si è rivista la ‘vecchia’ Italia di venturiana memoria, ossia quando si è abbassato troppo il baricentro commettendo errori tecnici ma anche di posizione che hanno permesso agli avversari di entrare con facilità nella nostra area di rigore e di impensierire il nostro portiere. Quasi come se a un certo punto del match subentrasse quella paura di perdere che inevitabilmente ti si ritorce contro.

Inesperienza e cali d’attenzione

Altro aspetto su cui dovrà lavorare Mancini sono quei vistosi cali di concentrazione, probabilmente dovuti anche all’inesperienza internazionale, che colpiscono gli azzurri nel corso del match e che permettono agli avversari di riaprire match già chiusi (come accaduto con l’Arabia Saudita), o facilitandogli la vita (come nel caso dell'espulsione di Criscito contro l'Olanda), o anche di prendere il largo (come invece successo a Nizza con la Francia). Il nuovo ct dovrà quindi lavorare parecchio sull’aspetto mentale dei calciatori, magari facilitato anche dal ritorno in gruppo di calciatori più abituati a giocare gare internazionali come Chiellini, Marchisio e Verratti, per far sì che nessuno stacchi la spina durante la partita.

Italia senza ‘spina dorsale'

Ovviamente il fatto di voler testare in partita tutti gli uomini a disposizione e il fatto di essere a fine stagione ha influito sulle scelte del nuovo commissario tecnico, ma in queste tre prime gare Roberto Mancini non ha ancora trovato la spina dorsale su cui costruire la sua nazionale. Se da un lato queste ampissime rotazioni fanno sì che tutti sentano la possibilità di essere titolare in Nazionale dall'altro complicano la creazione di quei meccanismi su cui fondare il proprio gioco necessari quando non si può lavorare tutti i giorni con i calciatori, un aspetto che potrà fare la differenza soprattutto nelle gare in cui il risultato conterà qualcosa. A testimonianza di ciò il fatto che l'unico ad esser stato schierato titolare in tutte e tre le gare è stato il napoletano Jorginho nel ruolo di regista e con l'inserimento di Zaza a partita in corso contro l'Olanda nelle tre partite ha mandato in campo tutti i calciatori convocati.

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