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Giovane Italia bella a metà: bravi Belotti e Zappacosta, diesel Verratti

La macchina da gol azzurra dura un tempo e sfuma così la possibilità di eguagliare gli otto gol della Spagna. Piacciono gli attaccanti e Romagnoli. Troppo accademici nel secondo tempo.
A cura di Mirko Cafaro
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Tutto facile per l'Italia contro il Liechtenstein nella gara di Qualificazione ai Mondiali del 2018. A Vaduz, gli azzurri impiegano 11 minuti a sbloccare il match, uno di più per il raddoppio. A fine primo tempo sono quattro, con doppio Bellotti (a quota tre in azzurro), Immobile (servito splendidamente proprio dal compagno di reparto) e Candreva. Nella ripresa, però, la macchina da gol si ferma e le possibilità di pareggiare i conti con la Spagna, che al Liechtenstein ne aveva segnati otto sfumano molto rapidamente. In ogni caso non dispiace l'Italia "classe '90" sospinta dal modulo 4-2-4 con esterni mobili e un gioco molto dinamico. Con un pizzico di leziosità in meno, tra primo e secondo tempo, sarebbe andata anche meglio.

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Giovane Italia al top con attacco e De Rossi

    1. Giovane Italia. Sei nati negli anni 90 dal primo minuto, più della metà dell'undici titolare, rappresentano il volto giovane e non più futuribile, ma già presente, della Nazionale di Ventura. Un graduale cambio di pelle che va dal più giovane Romagnoli (classe '95), al più "anziano" Immobile ('90), passando per De Sciglio, Zappacosta, Verratti ('92) e Belotti ('93). Protagonisti e determinanti, come nel caso, tra gli altri, dell'ottimo esordio dell'esterno difensivo del Torino, o dello stesso Romagnoli che non ha fatto rimpiangere Barzagli con una prestazione di grande carattere.
    2. Coppia d'attacco deluxe. Hanno vestito la stessa maglia per soli sei mesi, peraltro agli ordini di Ventura, ma sono bastati a Immobile e Belotti per cementare un'intesa che sta ulteriormente germogliando in Nazionale. Dopo lo spezzone di gara con la Macedonia, tandem promosso dall'inizio ancora una volta con movimenti perfetti e gol per entrambi.
    3. Leader De Rossi. Punto di riferimento tecnico, spirituale e caratteriale. Continuo nelle giocate, come nelle chiusure difensive. Aperture spesso di prima sulle quali vanno a nozze i due attaccanti. Sembrava prossimo ai saluti della Nazionale e invece Ventura lo ha eletto tra gli imprescindibili della vecchia guardia.
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A tratti leziosi e poco continui, lento Verratti

  1. Azzurri a tratti leziosi. L'avversario non è dei più stimolanti, vista la scarsa caratura tecnica e il livello decisamente basso, ma gli azzurri avevano una missione rappresentata dagli otto gol inflitti dalla Spagna al Liechtenstein. Un traguardo che, a giudicare dalle occasioni, avrebbero potuto minacciare in maniera più decisa già nel primo tempo. E invece l'eccessiva ricerca dello schema, della manovra ragionata e del gioco sugli esterni hanno spesso fatto sfumare occasioni molto interessanti.
  2. Fasce a due velocità. Nonostante giochino insieme anche nel Milan De Sciglio e Bonaventura non hanno mostrato gli stessi automatismi di Zappacosta e Candreva sulla corsia opposta. Meno frequente il gioco delle sovrapposizioni tra i rossoneri, forse anche a causa della tendenza di Bonaventura di accentrarsi. In una delle poche occasioni in cui invece avviene, De Sciglio raggiunge la linea di fondo e serve l'assist per il 3-0 di Candreva.
  3. Verratti diesel. Da lui ci si aspetta sempre tanto e di più, e non c'è da sorprendersi a fronte di un simile talento. La sensazione è che tenda ad accontentarsi, a fare il compitino, ad accendersi a tratti mostrando solo sprazzi delle sue qualità. Sbaglia anche diversi appoggi, a differenza del suo compagno di reparto De Rossi.
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