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Giochi di potere: perchè Agnelli vuole Moratti presidente della Federcalcio

Agnelli propone Moratti alla presidenza della FIGC. Con l’uscita di Marotta come consigliere federale, cerca di unire i grandi club della Lega A e potrebbe attrarre l’Assocalciatori. Da presidente dell’ECA, può aver interesse a una figura più vicina alle grandi d’Europa per portare avanti il progetto Superlega.
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C'eravamo tanto odiati. La mossa a sorpresa di Andrea Agnelli, presentare Massimo Moratti come candidato alternativo a Gabriele Gravina per la presidenza della Federcalcio, chiude la porta sulla stagione di Calciopoli con tutte le annesse conseguenze. Se il presidente dell'Inter dovesse accettare, si troverebbe di fronte a una sfida ai limiti dell'impossibile: a due settimane dal voto, infatti, dovrebbe scardinare l'asse di Gravina, forte del 63% di voti e dell'appoggio compatto di Lega Pro e Dilettanti, oltre che degli Arbitri e degli Allenatori, che però potrebbero sfilarsi attratti dal prestigio dell'ex presidente dell'Inter. E trovare quel consenso ampio nella Lega di A mancato anche verso Abodi in passato.

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Entrare nelle stanze del potere in Figc

Sei mesi fa, nelle elezioni poi concluse con la mancata scelta del presidente e il successivo commissariamento, la Juventus aveva appoggiato proprio Gravina. Sei mesi, però, cambiano le prospettive e Agnelli sa di dover giocare su più tavoli.

Innanzitutto, in ambito federale, la Juventus non avrà come consigliere federale Beppe Marotta, che dovrà lasciare il posto in quanto non più rappresentante della società. Legittima, invece, almeno secondo la sezione consultiva della Corte Federale d’Appello, l'elezione a consigliere federale di Lotito da parte della Lega Serie A, ratificata il 28 maggio scorso, prima che fosse approvato il nuovo regolamento in base al quale viene indicato un numero massimo di tre mandati per i consiglieri federali, limite superato dal presidente della Lazio. Un parere contrario a quello del Collegio di Garanzia del CONI. “Il gruppo (di società) legato al presidente della Lazio, Claudio Lotito, vale a dire Udinese, Genoa, Atalanta e Chievo, non vuole Gabriele Gravina” si legge su Repubblica, ma non è detto che sostenga in blocco l'eventuale candidatura Moratti.

Gravina sarebbe intenzionato ad allontanare Michele Uva, potente direttore generale della Figc, gnominato da un anno vicepresidente dell'Uefa, un incarico riservato di solito a presidenti federali. Uva è molto vicino alla famiglia Agnelli, tanto che il suo nome ritorna con insistenza, insieme a quello di Zidane, come sostituto di Marotta nella dirigenza bianconera. Docente all’Università del Foro Italico di Roma in Management delle organizzazioni sportive, Uva negli ultimi anni ha lavorato più stretto contatto con Agnelli, nella sua qualità di presidente dell’Eca. Proprio il suo ruolo internazionale potrebbe costituire la seconda leva della proposta Moratti.

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Eca e Superlega: i progetti di Agnelli in Europa

La mossa a sorpresa, candidare l'antico nemico come guida illuminata del calcio italiano ingarbugliato nella crisi peggiore della sua storia, potrebbe compattare le anime della Lega, in cui gli interessi di Lotito e Cairo portano a una moltiplicazione dei centri di potere, e magari avvicinare dalla sua parte l'associazione calciatori, visto che Tommasi ha rotto con Gravina e magari la Serie B.

Sarebbe soprattutto un garante per i grandi club, per le società maggiormente interessate al progetto di lungo termine di Agnelli, sintetizzate nel suo recente intervento al World Football Summit di Madrid di cui ha parlato Pippo Russo su Calciomercato.com.

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Il suo intervento, scrive, “conteneva le linee d'un vasto programma di riforme del calcio internazionale. Un programma disegnato per andare incontro alle esigenze dei club d'élite e cacciare in un cantuccio Fifa e Uefa”. Agnelli, che ja elogiato il presidente della Liga spagnola Javier Tebas Medrano, anche per la decisione controversa di far giocare Girona-Barcellona negli Usa, si è concentrato sul ritorno a una terza coppa europea e al progetto Superlega che, si può immaginare, preveda dei meccanismi di ricambio, delle serie inferiori con un sistema di promozioni e retrocessioni. Un sistema che metterebbe l'Uefa in una posizione scomoda rispetto alla volontà dei grandi club. Avere in Federcalcio un presidente più sensibile a queste esigenze, rispetto a Gravina intorno al quale si coagulano gli interessi delle serie minori meno favorevoli a un futuro di questo tipo che rischia di svalutare i campionati nazionale, può avere il suo peso nella proposta di Agnelli.

Caos candidature: Gravina è ok

Gabriele Gravina, secondo il Collegio di garanzia dello sport, in base alla motivazione della dottoressa Virginia Zambrano, “può candidarsi come presidente federale” ma non può entrare in Consiglio federale della Federcalcio come presidente della Lega Pro in quanto ha superato i tre mandati come consigliere. “Ritiene il Collegio che la norma, nel porre il limite dei tre mandati, abbia voluto dare rilevanza alla qualità dell'incarico ricoperto, differenziando nello specifico il ruolo del presidente da quello del semplice componente” si legge. Tutte le candidature, scrive oggi Alessandro Catapano sulla Gazzetta dello Sport, “dovranno passare nuovamente al vaglio del Collegio (…). Ecco perché non è escluso che il fronte del 63% alla fine candidi anche l'altro azionista forte Cosimo Sibilia”.

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Ripartono le aperture dei Centri Federali Territoriali

Gravina, ha detto il presidente dell'Aia Marcello Nicchi ai microfoni di Gr Parlamento su Radio Rai, “è il nostro candidato che conosciamo da anni, è una persona perbene, un grande conoscitore del mondo del calcio, in questo momento è la scelta giusta. Vogliamo un presidente – ha aggiunto – avevamo scelto Abete, non è stato possibile candidarlo allora abbiamo virato su quello più preparato. Penso sia scelta più giusta. Avevamo un 73 per cento granitico, poi qualcuno si è sfilato. Io sono ottimista che si arrivi al 22 ottobre (giorno delle elezioni, ndr) al 100%. La Lega di A deve essere coinvolta in questo processo”.

L'assemblea di A, intanto, resterà aperta fino al 5 ottobre per verificare la possibilità di convergere su un candidato unico in rappresentanza della Lega di Serie A. Nel caos, la Federcalcio ha riavviato il ciclo di aperture dei Centri Federali Territoriali che a ottobre raggiungeranno i 50 poli operativi in Italia. Il calcio deve ripartire soprattutto da qui.

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