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Giocatori gay, tabù nel calcio. Il presidente della FA: “Coming out a inizio torneo”

Greg Clarke, presidente della Federazione inglese ha proposto un coming out di gruppo per i calciatori gay per battere l’omofobia: “Tutti insieme, prima dell’inizio del campionato”. Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, non è d’accordo: “Non facciamone un evento”.
A cura di Vito Lamorte
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Justin Fashanu si è suicidato dopo il coming out a 37 anni.
Justin Fashanu si è suicidato dopo il coming out a 37 anni.

"La mia proposta è questa: se un certo numero di calciatori di alto livello vogliono dichiararsi gay, perché non farlo insieme? Una persona non dovrebbe affrontare tutta la pressione da solo ma la condividerebbe con altri". A proferire queste parole è Greg Clarke, presidente della Federcalcio inglese (FA), che l’anno scorso aveva vivamente sconsigliato qualsiasi calciatore omosessuale di venire allo scoperto ma ora, alle prese con un caso di pedofilia, ha cambiato idea. Purtroppo si tratta di una questione seria che viene affrontata con superficialità anche da dirigenti come Clarke che ha proposto un coming out di gruppo per i calciatori gay per battere l’omofobia e ha dichiarato al Times:

A inizio stagione tutti i tifosi sono convinti che sarà la loro annata e pensano positivo: sosterrebbero i giocatori gay nei loro club, ma sono preoccupato di cosa urlerebbero contro i gay delle altre squadre. Ho incontrato 15 sportivi omosessuali nelle ultime quattro settimane, tra questi c’erano anche calciatori. E ho chiesto la loro opinione. È difficile trovare una soluzione comune perché molti calciatori gay sono felici come sono, e non si preoccupano di come possano stare altri colleghi. Non voglio costringere nessuno a uscire allo scoperto, deve essere una scelta personale.

Il caso drammatico di Fashanu

Purtroppo la comunità calcistica ha dimostrato varie volte di non essere pronta per questo e il caso di John Fashanu è quello che balza subito alla mente. L'attaccante di Nottingham Forrest, Norwich e Manchester City, primo calciatore nero britannico con un cartellino del valore di un milione di sterline, che fece coming out alla fine del ‘90 e la gogna pubblica, insieme al disprezzo da parte del fratello John, lo portarono al suicidio il 2 maggio 1998, in un garage di Shoreditch a Londra. Negli ultimi tempi solo Thomas Hitzlsperger, ex centrocampista di Bayern Monaco, Aston Villa e Lazio, ha dichiarato pubblicamente la propria omosessualità ma ha posto diversi interrogativi:

In Inghilterra, Germania o Italia la questione dell’omosessualità non è presa sul serio, soprattutto negli spogliatoi, e non è una bella cosa. Io non mi sono mai vergognato di essere quello che sono, ma non è stato facile sedersi a un tavolo con venti giovani uomini e ascoltare barzellette sui gay: essere omosessuale è un argomento tabù nel calcio.

Tommasi: "Farne un evento, proprio no"

Il presidente dell’Assocalciatori sulla proposta di Clarke ha affermato: "Mi piace pensare che nel 2017 ciascuno si senta liberamente se stesso nell’ambiente in cui lavora . Credo che siamo a buon punto. I tempi sono cambiati, la società pure". L'ex centrocampista della Nazionale non è propriamente d'accordo ad un coming out di massa in Serie A: "Con quale obiettivo? Dove si vuole arrivare? Farne un evento, proprio no. E sinceramente credo non sia lo scopo nemmeno degli inglesi".

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