Gigio Donnarumma, 18 anni e già pilastro del Milan “cinese”
"Penso soprattutto alla patente, non al rinnovo del contratto". Scherza Gigio Donnarumma, 18 anni oggi, un'etichetta da predestinato addosso praticamente da sempre, presente e probabilissimo futuro del Milan. "Vorrei giocare qui fino a 38 anni" diceva, cinesi permettendo. Raiola già chiede 5 milioni a stagione, il Milan non sembra orientato a offrirne più di 3,5. Ma l'accordo si dovrebbe proprio trovare.
Presente e futuro del Milan
Questo ragazzone di 1,97 metri, scrive Arianna Ravelli sul Corriere della Sera, "ha già impresso la sua faccia con accenno di barbetta sul calcio italiano, è diventato il simbolo del Milan (la sua maglietta è la più venduta) ed è l’assillo che agita i futuri dirigenti della cordata cinese. «Blindare Gigio Donnarumma» è quello che hanno inciso sul biglietto da visita che presenteranno il 3 marzo, giorno del passaggio di proprietà". Con i 18 anni appena arivati, Gigio può firmare il suo primo quinquennale, e non più solo contratti fino a un massimo di tre anni, e il presidente Yonghong Li, che guida il fondo Sino Europe Sports prossimo padrone del Milan, ha il suo nome in cima alla lista delle priorità.
L'erede di Buffon
"Il portiere su e giù cammina come sentinella. Il pericolo lontano è ancora, ma se in un nembo s'avvicina oh allora una giovane fiera s'accovaccia e all'erta spia" scriveva Umberto Saba. E con una sentinella così i rossoneri possono guardare al futuro con tranquillità. Gigio "ha mostrato sin da subito le sue doti e sta davvero facendo molto bene, nonostante la verdissima età, bello vedere un giovanissimo come lui giocare in un club importante come il Milan. Una sorpresa sì ma allo stesso modo una conferma" ha detto Zoff a Goal.com alla vigilia della Supercoppa Italiana che l'ha celebrato come para rigori (ne ha neutralizzati sei compreso quello a San Siro al Gallo Belotti). "I processi di crescita impongono sempre cautela con i ragazzi seppur dotatissimi ma ancora in giovane età. Donnarumma ha grandi mezzi fisici, tecnici e mentali, dipenderà solo da lui diventare l’erede di Buffon. Insomma, non si finisce mai di imparare".
Gli auguri di Gigi: "Capirai che il mondo dei grandi è molto difficile"
Ciao Gigio, sono Gigi Buffon e ti faccio tanti carissimi auguri per il tuo compleanno perché è un compleanno speciale – ha ammesso a Sky Sport -. Entri a tutti gli effetti nel mondo dei grandi da grande quale sei. Per cui goditi nel modo migliore possibile la tua età, l’età della maturità. Capirai che il mondo dei grandi è molto difficile, però tu hai tutte le qualità tecniche come portiere e morali come ragazzo per crearti uno spazio importante, per essere felice e segnare un’epoca. Tanti auguri da Gigi.
Maturità
Maturo, Donnarumma lo è già e non sarà certo la carta d'identità o la prossima macchina a certificare quel che è già nello stile, nei fatti, nella storia di una rivelazione. Al massimo potrà far contento Locatelli, con cui ora va e torna dall'allenamento, che si mette le cuffie non appena Gigio accende lo stereo con i neomelodici napoletani. Maturo eppure con margini ancora ampi di miglioramento, dichiara Magni: e se lo dice il preparatore dei portieri che lo conosce più di tutti c'è da credergli. "La cosa che mi rende più orgoglioso è vedere la persona che sta diventando: l’equilibrio, il rispetto, la disciplina, la sensibilità che mostra verso gli altri" ha detto al Corriere della Sera. "Lui è maturo non perché ora compie 18 anni; lo è già da tempo, oltre la sua età".
Il fisico l'ha sempre aiutato
A dieci anni, è già alto un metro e novanta e mamma Marinella che lo accompagna agli allenamenti e alle partite, deve spesso mostrare il documento agli arbitri che non credono possa essere così piccolo. Ma se c'è un aspetto, pare strano, dove può fare ancora un salto di qualità, è proprio questo. “Appena la crescita sarà completa diventerà un atleta ancora più devastante” spiega Magni.
Un predestinato
È un predestinato, Donnarumma, che ha già imparato e interiorizzato il come si fa: vede un movimento e lo fa uguale, perfetto, dice Magni. Nonostante la stazza, è agile, esplosivo, sia sulle palle vicine al corpo che nelle conclusioni da lontano. Dinamico abbastanza per volare da un palo all'altro per inseguire in pallone, sa anche scivolare sull'erba e anticipare i tempi di gioco degli attaccanti avversari nelle uscite basse.
Una corsa a tappe forzate iniziata sulla spiaggia, per seguire il fratello Antonio, passato per le giovanili del Genoa e del Milan, ora in Grecia all'Asteras Tripolis. E i primi tornei, ha detto papà Alfonso alla Stampa, non lasciavano certo presagire il futuro di Gigio. "Eravamo sotto le feste di Natale, vicino al campo sparavano fuochi d’artificio in continuazione e Gianluigi, terrorizzato, scappava dalla porta. Gli correvo dietro e lo convincevo a rientrare: ma come fai a parare se te ne vai?".
Presto si accorgono in tanti del suo potenziale
Lo capisce anche l'allenatore della Scuola Calcio Napoli, Ernesto Ferrara, che si arrabbia con Alfonso. “Guida piano” gli dice, “non sai quanto vale tuo figlio, è un predestinato”. Sceglie il Milan per seguire il fratello, perché quella è la sua maglia preferita, è la sua squadra del cuore, nonostante le offerte dell'Inter e della Juventus.
Il Milan, una tradizione di famiglia
Gigio tifa Milan almeno dal 2008, quando il fratello Antonio è entrato nella squadra degli Allievi rossoneri, vincendo poi lo scudetto. È a lui che telefona un paio di giorni prima della partita che avrebbe segnato il suo debutto: i segnali sono chiari, quello sarà il gran giorno. "Quindi andammo a San Siro, addirittura i nostri genitori presero il treno all'ultimo momento. Dopo la partita vinta andammo a festeggiare al ristorante ed ovviamente pagò lui", ha raccontato al Corriere dello Sport Antonio, che ha vestito la maglia del Milan a 15 anni ma San Siro l'ha solo sfiorato (era in tribuna per squalifica nel giorno della finale di Coppa Italia Primavera del 2010 contro il Palermo).
L'esordio con il Sassuolo tra i pali
Di fronte, quel giorno, c'era il Sassuolo, lo stesso avversario con cui festeggerà le 60 presenze in rossonero e la prima da maggiorenne. Quella telefonata nemmeno il papà se la dimentica più. "Non capivamo niente, solo che ci servivano dei biglietti per partire. Eravamo felici e con le lacrime agli occhi. È stato un momento indimenticabile". E altri ce ne sono stati, e altri ancora ne arriveranno. "Se resterà qui", promette Montella, "potrà diventare il migliore del mondo".
Forza tranquilla
Da allora ha già convissuto con i due spettri che ogni uomo deve affrontare secondo Kipling, ha percorso tutte le strade che portano all'essenza, tutte quelle che un uomo deve percorrere per essere chiamato e riconosciuto tale. Ha reagito e incassato, ha brillato e gioito, ha assorbito critiche giuste e ingiuste con la forza delle sue spalle larghe e della famiglia, vero valore aggiunto nella sua ricerca della perfezione. Come per tutti, gli errori pesano quando interpreti il ruolo più esposto e solitario del pallone.
"Se non sei tormentato dopo aver fatto un errore, non sei un grande portiere" diceva il Ragno Nero Lev Jašin, unico numero 1 ad aver vinto il Pallone d'Oro. "In quel momento, non importa quello che hai fatto in passato, perché sembra non avere futuro". Chissà, verrebbe da chiedersi, come sarà lui domani, su quali strade camminerà, cosa avrà nelle sue mani. Ma anche quando si volterà indietro a cercare i suoi 18 anni, che sembran pochi come i 20, ma quando li cerchi poi non li trovi più, continuerà a volare. Con la maturità leggera dei predestinati.