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Germania, Rummenigge: “Neymar è costato più dell’Allianz Arena”

Il dirigente bavarese ha duramente criticato il passaggio del brasiliano al Psg e puntato il dito contro la commissione europea: “Nel 2011 bocciarono la proposta di tetto salariale presentata con la Uefa”. Nel 2010 il Bayern avrebbe potuto prendere O Ney ma si rifiutò di pagare 20 milioni per 17enne.
A cura di Alberto Pucci
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"Non ci faremo coinvolgere in questa pazzia". Karl-Heinz Rummenigge va giù duro, anzi durissimo, davanti alla domanda sul recente colpo di mercato del club francese di Nasser Al-Khelaïfi. Nel corso di una recente intervista concessa a "Sport Bild", il dirigente bavarese ha infatti detto la sua sul trasferimento del secolo: quello che ha portato Neymar dal Barcellona al Paris Saint-Germain, per la clamorosa cifra di 222 milioni di euro. "Neymar è costato più del nostro stadio, l'Allianz Arena – ha spiegato "Kalle" – In questi giorni, dopo tutte queste discussioni sull'acquisto del brasiliano, mi sono domandato cosa sia più importante: Neymar o l'Allianz Arena? E allora voglio dire con chiarezza che l'Allianz Arena è più importante, oltre a sottolineare che il trasferimento di Neymar, tasse comprese, è costato di più".

Il Bayern aveva in mano Neymar

Dichiarazioni che, alle orecchie di qualcuno, potrebbero suonare come la famosa favola della volpe e dell'uva. Nel 2010, infatti, il Bayern Monaco ebbe la possibilità di acquistare il 17enne Neymar per una cifra poco superiore ai 20 milioni di euro: un investimento che l'allora direttore sportivo bavarese, Christian Nerlinger, decise di non fare per un minorenne.

Qualche mese più tardi, invece, lo stesso Rummenigge (ai tempi presidente dell'associazione dei grandi club) cercò di inserire il tetto salariale nel calcio: "Prima che venisse creato il Fair Play Finanziario, mi sono visto varie volte a Bruxelles con Platini – ha ricordato l'ex attaccante dell'Inter – Il nostro scopo era introdurre il tetto salariale. L'idea venne però respinta e ancora oggi mi chiedo perché i politici abbiano respinto il desiderio comune dei club e dell'Uefa. Nel calcio di oggi ci vorrebbe molta più razionalità".

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