Germania, Lothar Matthaus ha detto stop: “Non allenerò più”
Una lista infinita di trofei esposti in bacheca, un Mondiale vinto contro Diego Armando Maradona, un Pallone d'Oro, due vittorie come allenatore e, nel mezzo, la bellezza di cinque matrimoni. Non si è fatto mancare niente Lothar Matthaus, straordinario interprete di un calcio che, ormai, non esiste più. Per più di vent'anni, il centrocampista tedesco ha dettato legge prima in Bundesliga e, successivamente, anche in Italia con la maglia dell'Inter. Terminato il suo percorso dal calciatore, Matthaus ha poi provato a sedersi in panchina, cercando di emulare il suo grande amico ed ex compagno di avventure nerazzurre, Andreas Brehme. Dopo l'esordio nel 2001-2002 con il Rapid Vienna, il tedesco ha viaggiato in lungo e in largo terminando la sua carriera da tecnico sulla panchina della Bulgaria. Un'esperienza durata quasi dieci anni che ha saputo regalare a Matthaus, la soddisfazione della vittoria di due "scudetti" con il Partizan e il Salisburgo.
Per tutto, però, prima o poi c'è una fine. E' stato così anche per l'ex centrocampista della Germania, da sempre ricordato da Maradona "il miglior avversario che abbia avuto in tutta la mia carriera". Dopo l'esperienza con la selezione bulgara, terminata nel settembre 2011, Matthaus ha ufficialmente deciso di dire basta con la carriera da tecnico: "Sarebbe molto difficile, quasi spettacolare, che mi si veda di nuovo in panchina come allenatore – ha spiegato in una recente intervista a "Transfermarkt" – In realtà, è un discorso che per me è già archiviato. In questi ultimi anni avrei avuto la possibilità di farlo in qualsiasi momento. Ma non ho mai accettato e non voglio farlo, anche perché non è in linea con i miei piani attuali". Basta allenamenti, dunque. Stop con ritiri, partite e interviste magari scomode. Anzi, è proprio Lothar Matthaus a voler fare lo "scomodo" in televisione, grazie alla sua attuale presenza come commentatore sportivo: "Tutto quadra e tutto è strettamente legato al calcio. Non voglio cambiare la mia vita".