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Germania campione del Mondo nel segno di SuperMario Goetze (foto)

Considerato da sempre uno dei migliori della sua generazione, a 22 anni ha già vinto tutto ciò che c’era da vincere tra club e nazionale. Un predestinato simbolo della Germania giovane, forte e ambiziosa che monopolizza la scena calcistica.
A cura di Alessio Pediglieri
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La magia di Mario Goetze è già storia. Come è storia la Germania campione del Mondo per la quarta volta, la prima per una europea in terra sudamericana, in Brasile dove ha umiliato i padroni di casa in semifinale e dove ha gestito l'Argentina di Leo Messi riuscendo a trovare lo spunto decisivo ad una manciata di minuti dai calci di rigore. Una formazione spettacolare, completa, concreta. Gestita perfettamente da un Joachim Loew bravissimo nel custodire la forza dei suoi 23 uomini portati al Mondiale e utilizzarla al momento giusto, pescando nella panchina le mosse vincenti. Come quella che ha portato al successo più importante confezionata da due giocatori entrati a gara in corso: Schuerrle e Goetzecon quest'ultimo che da domenica sera è un vero e proprio eroe nazionale. E ne incarna tutte le caratteristiche: giovane, ambizioso, forte, vincente. Come la Germania e il suo calcio che dopo aver conquistato l'Europa con le squadre di club, adesso si è impadronita anche della Coppa del Mondo.

Il SuperMario buono

Giovane, bravo, con la faccia pulita: questo è Goetze, simbolo della Germania che cresce e diventa forte, insueperabile. Lui sì che è quasi un super eroe con quel nome che richiama subito un SuperMario da noi ben più conosciuto ma molto meno amato, Balotelli. E proprio a ‘Balo' si ritorna subito con la mente quando si accosta quell'appellativo che all'attaccante del Milan oramai rimane stretto, cucito troppo presto – forse – o troppo facilmente. Goetze, in confronto del nostro SuperMario è quasi l'antitesi, la parte bella, quella buona e sana che pensa soprattutto a giocare a calcio e a mettersi a disposizione di un progetto che alla fine ha pagato nel migliore dei modi.

Giovane e predestinato

Mario Goetze è uno dei predestinati del calcio che conta e il gol-mondiale lo conferma inesorabilmente. Già ritenuto da tempo uno dei migliori calciatori nati dopo il 1992 è da sempre considerato come uno dei principali talenti tedeschi. Nel 2012 era stato inserito nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1991 stilata da Don Balón e con il recente trasferimento al Bayern Monaco, che ha pagato 37 milioni di euro per averlo dal Borussia Dortmund, è risultato essere il secondo calciatore tedesco più costoso della storia, alle spalle del solo Mesut Özil. La consacrazione mondiale però ha ripagato gli sforzi economici dei bavaresi e oggi Pep Guardiola può vantare di avere in rosa un giocatore che non può che migliorare e crescere ancora.

Tedesco di Germania

Goetze è cresciuto nella ‘cantera' del Borussia Dortmund, all'ombra delle grandi stelle più titolate di Germania, nelle sapienti mani di Jurgen Klopp il tecnico-maestro dei gialloneri che riuscirono a vincere la Bundesliga nel 2011 e nel 2012 e una coppa di Germania nel 2012,  arrivando poi alla finalissima di Champions League persa proprio contro il Bayern. Nel quale nel 2013 vince il ‘Triplete' non da protagonista ma come un elemento fondamentale della rosa del Bayern che prende sempre più spazio e considerazione nel gioco del tecnico catalano. Conquistando anche spazio sempre più convincente anche in Nazionale dove, dopo le trafile giovanili, arriva in prima squadra e si guadagna il posto al suo primo Mondiale, in Brasile. Dove gioca, segna e vince. Realizzando la rete capolavoro che è già un marchio di fabbrica di chi farà ancora parlare a lungo di sè.

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