Galatasaray-Juventus la gara della vergogna
Alla fine si è giocata ed è finita con la vittoria del Galatasaray per 1-0 grazie alla rete-qualificazione segnata da Wesley Sneijder. E a conti fatti non è cosa da poco perchè Galtasaray-Juventus ha assunto a tratti anche i contorni grotteschi smascherando tutti i problemi che governano chi governa il calcio intenazionale,l'Uefa. Dopo il rinvio di ieri sera obbligato a causa di una tormenta che aveva devastato il campo di gioco trasformandolo in una prateria bianca, innevata e ingiocabile, il primo problema: quando recuperarla? Tante le soluzioni, ma altrettanti i paletti tra un sorteggio alle porte, esigenze televisive, quelle del pubblico e non ultime quelle delle forze dell'ordine che ne dovevano garantire la sicurezza. Senza dimenticare – com'è stato fatto – alla tenuta del campo e alle condizioni meteo, come se (e come poi è stato dimostrato dai fatti) gli elementi più importante, cioè la praticabilità del terreno e la regolarità della gara, non contassero nulla.
E infatti la partita è stata giocata su un campo impraticabile, con un pallone che ogni due per tre si fermava in pozze di ghiaccio e fango e in un clima (non solo atmosferico) quasi surreale. Ma era stato obbligo giocare la restante ora il prima possibile malgrado tutto e tutti. Le esigenze televisive hanno avuto priorità sul resto perchè era impensabile il posticipo di una settimana. I diritti – che costano tantissimo e tanto danno – sono stati il grimaldello più importante per scardinare qualsiasi reticenza. impensabile dover ristrutturare palinsesti, dover rimborsare i biglietti venduti (incasso che ha sfiorato il record), far slittare addirittura il sorteggio per gli ottavi di Champions League o inserrire nell'urna la ‘squadra x' in attesa di sapere se fosse la Juve o i giallorossi di mancini.
La sicurezza pubblica – Una mezza vittoria – di Pirro – l'ha avuta la polizia locale che ha vietato categoricamente che la gara iniziasse alle 13 italiane, perchè non avrebbe potuto garantire la viabilità verso le zone dello stadio con una nottata trascorsa ad affrontare quella che sembrerebbe essere la "tormenta del secolo" abbattutasi su Istanbul. per questo ieri sera fino a notte fonda si è assistito al grottesco cambio di orario senza che vi fossero da parte del'Uefa comunicazioni ufficiali se non dopo un tira e molla che alla fine ha deciso di far ridisputare il match subito, il giorno dopo alle 14 ore italiane.
L'umiliazione dei club – La sconfitta – al di là del risultato maturato sul campo – l'hanno invece subita le due società che non avevano alcuna voglia di giocarsi l'ultima chance di restare in Champions League sul classico campo di papate: da un lato non permetteva al Galatasaray di esprimere tutta la sua carica potenziale costruita sulle giocate e sulla tensione agonistica di chi non ha nulla da perdere, dall'altro non permetteva alla Juve di poter gestire la classiga partita di ripertenze e possesso palla, puntando sulla miglior qualità tecnica degli uomini in campo. Una sconfitta che è maturata martedi sera davanti alla volontà dell'Uefa e che è stata ribadita il giorno dopo quando davanti ad un campo imbarazzante e con uno stadio innevato dai cui cornicioni cadevano pezzi di neve e ghiacccio ai bordi del campo, l'ultima speranza di un rinvio a data migliore è stato infranto dalla scelta arbitrale (chissà quanto spontanea) di giocare comunque, per vedere l'effetto che fa.
la vittoria delle tv – Un effetto, questa storia l'ha avuto ed è sotto gli occhi di tutti e cioè quell che ha confermato come gli interessi attorno al calcio giocato valgono più, molto di più del gioco, della partita, del risultato: tutti elementi messi in secondo o in terzo piano davanti ad altri interessi e priorità. Non ultimo il trattamento riservato ai tifosi turchi che avevano preparato questo match nei minimi particolari, per una notte da sogno (o da incubo per la Juventus) creando un clima sportivamente intimidatorio nei confronti dell'avversario. Loro, i paganti, non son stati nemmeno calcolati, burattini considerati superflui da chi ha posticipato un match serale trasformandolo in una partitella all'ora di pranzo cambiando in poco più di 18 ore orari e decisioni in base ai propri interessi.