Galatasaray, addio Prandelli. Secondo flop dopo il Mondiale

La sconfitta in Champions League contro l'Anderlecht (2-0) ha decretato la fine dell'esperienza di Cesare Prandelli sulla panchina del Galatasaray. Il secondo flop nel giro di pochi mesi: dalla figuraccia al Mondiale in Brasile (Azzurri eliminati dall'Uruguay nella fase a gironi, dimissione del ct e del presidente federale, Abete) fino alla lenta agonia di risultati che ha scandito la permanenza alla guida dei turchi. Il bilancio è disastroso: 6 vittorie, 2 pareggi e ben 8 sconfitte in 16 match. Un solo punto in cinque partite di Champions League segna la disfatta europea dell'allenatore italiano e dei giallorossi, fuori da tutto… anche dall'Europa League considerata la pesante (dal punto di vista psicologico oltre che sportivo) sconfitta rimediata in Belgio. Le cose vanno male anche in campionato: in Super Lig il Galatasaray è terzo in classifica, staccato di un punto dai rivali del Fenerbahçe e dal Besiktas. Ad alimentare la diffidenza nei confronti dell'ex selezionatore anche il rapporto controverso all'interno dello spogliatoio, in particolare con alcuni calciatori: su tutti, Wesley Sneijder (escluso nell'ultima gara di Coppa) che pure potrebbe lasciare Istanbul (ma a gennaio, nel mercato invernale).

La comunicazione ufficiale. In serata, dopo la riunione del consiglio direttivo, è arrivata la notizia che s'attendeva da ore: Prandelli esonerato dall'incarico. Quanto alla rescissione contrattuale era la formula al vaglio per chiudere il rapporto con l'allenatore italiano, vincolato da un contratto fino al 2017 e un ingaggio elevato (4.5 milioni a stagione). L'esonero carica ulteriormente le finanze del club, le dimissioni mai sono state prese in considerazione dal tecnico. Sul Bosforo ne erano certi da giorni, era solo questione di ore come testimoniato dalle parole – riportate dalla stampa turca – di un portavoce del Galatasaray: "Ci sarà l'incontro e poi verrà presa una decisione". Epilogo amaro per Prandelli che nei giorni scorsi s'era sfogato attaccando la precedente gestione societaria per le promesse di mercato mai mantenute dalla dirigenza.