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Gaffe di De Laurentiis: “A Roma poliziotti incapaci, erano ultrà olandesi mica nigeriani”

Il patron azzurro precisa: “Con tutto il rispetto che ho per i nigeriani”. Malagò sui cori contro Napoli ed i napoletani: “Il calcio riesce spesso a farsi del male. Finale lontana da Roma? Sarebbe una sconfitta”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Scivolone per Aurelio De Laurentiis: il vulcanico presidente del Napoli è intervenuto sulle dichiarazioni di Giovanni Malagò, numero uno del CONI, intervenuto per una manifestazione al Circolo Canottieri e che aveva parlato dei cori beceri contro Napoli ed i napoletani dell'altra sera all'Olimpico, in occasione della semifinale di Coppa Italia tra Lazio e Napoli. "Il mio è un disco fisso", aveva detto Malagò, "il calcio riesce spesso, in un modo anche incredibile ed anche quando non succede niente, a farsi spesso del male".

Dura la replica del presidente del Napoli: "Ci vogliono le leggi inglesi", ha detto il patron azzurro, "a Roma con i tifosi olandesi del Feyenoord i poliziotti sono stati incapaci, manco fossero nigeriani e con tutto il rispetto che ho per i nigeriani", ha aggiunto ancora De Laurentiis, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, "io non metto i miei soldi per rifare lo stadio San Paolo se prima il ministro Alfano non applica le leggi inglesi contro i tifosi violenti. Caro sindaco, caro Malagò, chiama Alfano e digli che i Daspo sono inutili, ci vogliono le leggi inglesi. Io sono pronto", ha concluso il presidente azzurro, "anche il primo luglio a far partire i lavori al San Paolo. Ma voglio le leggi inglesi". Parole, quelle riportate dal Corriere del Mezzogiorno, che rischiano ora di scatenare nuove polemiche.

Intanto, sempre Malagò, è tornato a parlare dell'ipotesi di una finale di Coppa Italia lontana dall'Olimpico di Roma: "Non disputarla lì sarebbe una sconfitta, un'impotenza assoluta. Non solo bisogna giocarla a Roma", ha aggiunto Malagò, "ma si deve dimostrare il contrario, perché esiste un'Italia che si ribella a quello che è successo. Altrimenti, vuol dire rinunciare a combatterlo".

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