Gabriele Oriali e un’Inter da mediano: con Thohir si può
Quando dici Gabriele Oriali, dici Inter. Perchè 30 anni in nerazzurro corrispondono ad una vita intera e se li si divide tra campo e scrivania il cerchio è pressochè chiuso in modo automatico. L'ex mediano e responsabile del mercato interista potrebbe però rientrare nell'organigramma che Erik Thohir sta ristrutturando in queste settimane. Tra nuovi ruoli (Ausilio unico responsabile area tecnica), licenziamenti (Branca salutato rescindendo un contratto indeterminato) e nuovi equilibri societari (Thohir ha rilevato le quote dell'oramai ex socio Roeslani) la nuova inter sta prendendo pian piano forma e coscienza di se stessa. E ciò potrebbe coinvolgere anche Oriali, da sempre osannato dal pubblico interista.
Tempi brevi – Le decisioni Thohir ha dimostrato di saperle fare senza ritornare sui propri passi malgrado tutto e tutti. L'affare sfumato tra Guarin e Vucinic è un chiaro esempio della presa di posizione dell'attuale presidente nerazzurro, intransigente fino in fondo nel non chiudere l'accordo con la Juventus. Adesso è tempo di compiere altre scelte. Se sul piano squisitamente tecnico non si tocca Mazzarri e il suo staff per lasciarlo lavorare serenamente almeno fino a fine stagione, c'è da lavorare sul piano dirigenziale. Thohir non l'ha mai nascosto: serve un uomo forte in società, meglio se interista e apprezzato dai più. Insomma, l'identikit conduce a Gabriele Oriali. E il fatto che il magnate indonesiano abbia anticipato ad oggi il ritorno in Italia lascia credere che sarà una 24 ore di riflessioni, indagini, colloqui e decisioni.
Auto candidatura – Dal canto suo, Oriali non si tira indietro e attende la ‘richiamata' alle armi nerazzurre: "se ci fosse una chiamata da parte di Thohir, accetterei più che volentieri. Altrimenti, continuerò a fare il tifoso. Le scelte di Thohir? Ausilio si è fatto già l'esperienza nel condurre trattative con me e Branca, in più conosce bene il settore giovanile ed è esperto di calcio internazionale, quindi è una scelta che ci può stare. Anche se ritengo che in un grande club come l’Inter forse dovrebbe avere qualcuno all’interno della società col quale potersi confrontare quotidianamente. Se poi interista ancora meglio". Un'autocandidatura di chi ha le idee chiarissime, su cosa serva a quest'Inter e quale sia l'avversario da battere, la Juve. "Quest’anno si è chiusa una pagina storica per il club e, in una stagione così, è chiaro che la squadra un po’ subisca sul piano psicologico il passaggio di proprietà. Non è un caso che, dopo un avvio in cui è stato espresso un buon calcio, ci sia stato un calo, non solo fisico, ma anche mentale e forse inconscio. Adesso ci si sta riprendendo, ma il gap con la Juve c’è: per colmarlo ci vuole lavoro, pazienza e tempo"