Gabigol e Kondogbia: Inter-Chiasso, esame per due
Sono loro i due punti interrogativi più grandi dell'Inter lasciata in eredità a Stefano Pioli da Roberto Mancini e Frank De Boer: Gabriel e Kondogbia, due pezzi pregiati delle ultime due sessioni estive di mercato. Il brasiliano è stato l'ultimo ad arrivare, con un botto fragoroso a trattative quasi concluse, con i nerazzurri che hanno effettuato una prodigiosa accelerazione bruciando la concorrenza e rompendo gli indugi sulla concorrenza. Il francese era stato il fiore all'occhiello della scorsa estate quando ancora l'Inter si era dimostrata attenta e determinata per strapparlo a suon di milioni (40) ai cugini rossoneri.
Oggi, il centrocampista è semplicemente una comparsa, utilizzata poco e male, incapace di rendere anche solo la metà di quanto aveva fatto vedere prima di vestire il nerazzurro. Il brasiliano è addirittura sparito dai radar, mai in campo con il tecnico olandese che l'ha sempre visto impreparato. Ma entrambi rappresentano due importantissimi investimenti economici e tecnici per i quali oggi Pioli ha il dovere e il diritto di riqualificare e rilanciare. A costo di sbagliare e ritrovarsi nuovamente immerso nelle critiche.
E' una delle spine che deve cogliere con le mani, sapendo di doversi pungere. Kondogbia con Mancini si era involuto, forse caricato di responsabilità non sue, di certo con addosso tutti gli occhi e le aspettative di un'opinione pubblica che pretendeva che i 40 milioni spesi si trasformassero tutti in oro. E subito. Fatto sta che oggi il francese ha reso ancora meno con De Boer che lo ha testato per un paio di volte, fallendo. E togliendolo dal campo a gara in corso, dettando una bocciatura dalla quale Kondgobia ancora non si è ripreso.
Più misterioso l'alone attorno a Gabigol che in Brasile è considerato il novello Pelè ma che in nerazzurro non ha mai calcato i terreni di gioco se non per un debutto, comunque incolore. Solo allenamenti, panchina, allenamenti e panchina. Deve adattarsi, diceva De Boer. Adesso bisognerà capire cosa dirà Pioli che ha in mano un potenziale crack da cui ripartire e che può giocarsi come jolly per chiudere subito con il passato.
Più che due problemi, due opportunità. Che il nuovo tecnico metterà in campo contro il Chiasso nell'amichevole di sabato. Più che per propria volontà, per necessità, vista la carestia di giocatori a disposizione con i nazionali in giro per il mondo. Ma conta poco. Ciò che conta è che entrambi i giocatori avranno una chance unica: un'occasione d'oro per dimostrare che quanto detto su di loro non sia mai corrisposto a realtà e la possibilità di giocare da titolari alla prima ufficiale con il nuovo tecnico. Con cui imbastire subito un nuovo e vincente feeling.