Francia, Nantes multato per le coreografie in memoria di Emiliano Sala
Il dramma della morte di Emiliano Sala continua a far parlare. L'ultima notizia arriva dalla Francia, e più precisamente da Nantes dove lo sfortunato attaccante argentino ha giocato per diverse stagioni. Dopo il toccante ricordo messo in scena dai tifosi della "Brigade Loire", in occasione della sfida interna contro il Saint Etienne dello scorso 30 gennaio, la Ligue de Football Professionnel (la lega calcio francese) ha infatti deciso di multare il Nantes per la coreografia organizzata dai propri ultrà in memoria di Emiliano Sala.
La commissione disciplinare ha così inflitto alla società bretone una multa di 16.500 euro per l'utilizzo di materiale pirotecnico e lancio di oggetti in campo. Una beffa per il presidente Waldemar Kita, confermata da un comunicato ufficiale della LFP: "Dopo aver ascoltato l’FC Nantes, che ha già mosso passi concreti per identificare le persone che hanno acceso i fumogeni, e registrato il particolare contesto dell’incontro Nantes-Saint-Etienne, il comitato disciplinare della LFP, che agisce in maniera indipendente, ha sanzionato il club con una multa ridotta rispetto alla scala abitualmente utilizzata".
Le accuse del cugino di Sala
Dopo aver ricordato che "l'utilizzo di dispositivi pirotecnici negli stadi è proibito dalla legge", la Ligue de Football Professionnel ha inoltre sanzionato il Nantes anche con una seconda multa di 4.500 euro decisa per lo stesso motivo: l'uso di fumogeni prima della partita contro il Nimes giocata il 10 febbraio, ovvero tre giorni dopo l'ufficializzazione della morte di Emiliano Sala.
A pochi giorni dal funerale, che si è svolto a Progreso, in Argentina, il cugino dello sfortunato giocatore ha intanto lanciato pesanti accuse: "Emiliano è stato ucciso. In questa storia ci sono alcune cose che non quadrano, è stato fatto tutto in maniera troppo frettolosa – ha dichiarato Manuel Gatti – Voglio capire perché è stato costretto a salire su quell'aereo. La polizia deve indagare sui punti oscuri della storia, vogliamo giustizia".