Fra Guardiolismo e tiki taka, le statistiche di Barcellona-Man City
Una finale anticipata quella che andrà in scena stasera alle 20.45 al Camp Nou. Barcellona contro Manchester City (quinta volta dal 2013), Guardiola contro Luis Enrique ma, soprattutto, Pep contro il suo trionfale passato (14 titoli in 4 anni). Un passato che segna il solco sul quale costruire il futuro e che si riverbera in campo, per stile di gioco, prima col Bayern e ora con i citizens di Manchester.
Alla prima stagione in terra inglese, infatti, Guardiola sta cercando di inculcare nei suoi calciatori tutti quei dettami tattici che hanno fatto del Barcellona una superpotenza del football dal quale estrarre, a raffica, insegnamenti, rivoluzioni copernicane e spunti tecnici. L’operazione di restyling del City, dopo le macerie lasciate da Pellegrini, sta portando già i suoi frutti tanto è vero che i dati statistici fatti registrare in campionato dalla squadra allenata dallo spagnolo si avvicinano molto a quelle ormai solite dei blaugrana.
Le analogie nel computo dei dati statistici
Nel dettaglio, stasera per entrambe le squadre, cifre alla mano, servirebbero due palloni tanta è la voglia, la qualità, la forza e l'abitudine delle compagini di far girare palla e sciorinare il classico tiki taka. Barcellona e City, infatti, fanno segnare cifre da record per possesso della sfera con oltre il 60% medio a partita, con una precisione che supera l’85% e un numero di passaggi esorbitante: più di 4mila a partita. Le analogie fra i due allenatori però, non terminano qui con i riferimenti statistici che rivelano come le due formazioni siano l’una la derivazione dell’altra.
Anche in termini di tiri verso lo specchio Man City e Barca si somigliano con 17 conclusioni medie a partita, delle quali 6.3 (anche questo dato valevole per entrambe) indirizzate in porta. Unica differenza, questo immenso volume di gioco prodotto viene sfruttato (Messi, Neymar e Suarez forse incidono?) meglio dal Barcellona che segna 7 gol in più del City (26 contro 19 reti) con una media gol quindi, leggermente più alta (3,25 contro 2,38).
Infine, anche difensivamente il City sembra seguire la scia del Barcellona con i citizens di Guardiola che concedono tanto quanto i blaugrana in termini di tiri verso i propri estremi difensori (9 a partita) e gol subiti: 9 per gli spagnoli e 8 per gli inglesi. Indipendentemente dalle reti subite però, maggiore stabilità difensiva la dimostra il Barcellona con 3 clean sheets (gare con la porta inviolata) a 1 rispetto ai propri avversari di stasera.
Attacco equilibrato e pressing alto. Le armi affilatedel Barça
Le trame offensive del Barcellona sono assolutamente bilanciate con i tanti attacchi che provengono, con frequenza, da ambo le fasce con Neymar/Alba e Sergi Roberto/Messi che si alternano con precisione quasi scientifica. In più, il baricentro blaugrana è molto alto con una squadra corta e attenta che gioca, per il 76% del totale dei 90 minuti, fra il centrocampo e la trequarti avversaria.
Tutta questa pressione e questa intensità di gioco, si risolvono in conclusioni verso la porta avversaria provenienti dalla parte centrale del campo. Come possiamo vedere nelle immagini sottostanti, infatti, il gioco sulle fasce ha il suo “naturale” sbocco nella zona mediana del campo (70% delle conclusioni dal centro) con Suarez, Messi e Neymar pronti a realizzare, nella 16 metri (66% dei tiri totali), i suggerimenti del resto della squadra.
Una situazione questa che dovrà essere bene interpretata dalla linea difensiva inglese che dovrà stare alta e stretta per evitare i celebri tagli verticali degli avanti di Luis Enrique così come quelli dei centrocampisti del Barca.
Il Guardiolismo versione City: baricentro alto e imprevedibilità
La squadra di Guardiola, tanto per cambiare, fa registrare la stessa percentuale del Barcellona (76%) per possesso palla nella metà campo "nemica", una caratteristica che consente agli inglesi di schiacciare costantemente gli avversari verso le proprie aree di rigore. Una strategia comune a entrambe le squadre e che potrebbe decidere il match a favore della compagine in grado di restare più alta e per più tempo col pallino del gioco in mano. Il City, inoltre, gode di un ottimo equilibrio offensivo dettato da una omogenea propensione a sfruttare entrambe le fasce per colpire le squadre avversarie con una lieve preferenza però per la corsia mancina coperta da Kolarov e dal funambolico Sterling che, con le sue giocate, potrebbe mettere a dura prova la difesa dei blaugrana.
Questa leggera tendenza ad attaccare sulla sinistra consente una mappa di tiro leggermente differente, con l’83% delle conclusioni provenienti dalla zona nei quali agiscono i vari Aguero, Silva e Sterling con in più un 62% di conclusioni scoccate all’interno stesso dell’area di rigore.
Una costante questa, dettata dalla grande fantasia degli esterni a disposizione di Guardiola che, con il loro estro, sono in grado di fraseggiare nello stretto ed entrare, con facilità dalla parte centrale del campo, in area. Sortite queste, meno verticali rispetto a quelle del Barcellona ma più affascinanti in quanto frutto di un palleggio elegante e, a tratti, imprevedibile.