Flamengo, la strage dei baby calciatori: chi sono i morti e cosa ha provocato l’incendio
Dieci morti, tra cui 6 ragazzi e 4 dirigenti, 3 feriti di cui uno in gravissime condizioni trasportati all’ospedale Lourenço Jorge di Barra da Tijuca. Il bilancio dell'incendio che ha devastato il centro sportivo Flamengo è destinato a salire, le stime ufficiali raccontate alla stampa dai pompieri vengono definite approssimative. Le fiamme sono divampate nella struttura utilizzata per il convitto del settore giovanile ed è lì che – anche se l'identità delle vittime non è stata ancora confermata – che sarebbero stati sorpresi dal fuoco e intossicati dal fumo i ragazzi di 14 e 17 anni che soggiornavano in quei locali. La strage dei baby calciatori, così è stata ribattezzata dai media sudamericani il terribile evento documentato da Tv Globo che ha riportato il primo resoconto dell'accaduto da parte delle autorità impegnate nelle operazioni di soccorso.
Cosa ha provocato l'incendio e da dove s'è propagato
I sogni di tanti ragazzi che studiano (sui banchi e in campo) e hanno il sogno di diventare calciatori bruciato in un inferno di fuoco. Nel quartiere di Vargem Grande, zona Ovest di Rio de Janeiro, è successo tutto nel cuore della notte, quando l'impianto dedicato alla memoria di uno dei presidente del club ‘rubro-negro' (George Helal) è divenuto teatro della tragedia che ha sconvolto il mondo del calcio brasiliano e internazionale. Lì nel ‘Ninho do Urubu' (Nido dell'avvoltoio), com'era stato ribattezzato dai tifosi e dagli addetti ai lavori, adesso s'indaga per capire quali siano stato le reali cause che hanno provocato l'incendio e perché i pompieri sono stati allertati solo alle 5.17 del mattino (in Italia, in base al fuso orario, erano le 8.17).
Due ore, tanto hanno impiegato i soccorsi per domare le fiamme: erano le 7.20 ora locale (le 9.20 qui da noi) quando, dopo un primo sopralluogo effettuato, il tenente colonnello dei Vigili del fuoco brasiliani (Douglas Henault) ha confermato ai media che l'epicentro della tragedia è nell'alloggio usato come dormitorio dei ragazzi delle giovanili.
Il Centro sportivo dove sono i morti i baby calciatori
Il centro sportivo dove è avvenuta la tragedia è stato costruito nel 2014 e quattro anni più tardi (ne 2018) è stato ristrutturato e ampliato fino a coprire un'area di circa cinquemila metri quadrati. L'impianto è articolato in due sezioni indipendenti a poca distanza l'una dall'altra: la prima è stata destinata ai ragazzi delle giovanili, il luogo dove dormivano e riposavano tra un allenamento e l'altro, e agli allenatori; l’altra, invece, era stata adibita a foresteria per i giornalisti che seguono quotidianamente soprattutto la prima squadra, sia durante le sedute di lavoro sia al momento delle partite. Il plesso si completa con palestre, ben 14 vasche per l’idroterapia, una piscina, una sala mensa, spogliatoi, terrazze per assistere agli allenamenti, due sale riunioni e una zona magazzino molto ampia.
- Stop alle attività agonistiche. Lo ha deciso il club in segno di lutto e di rispetto per le vittime della tragedia. Sospeso l'allenamento della prima squadra e anche la gara dei rossoneri contro il Fluminense (match in programma nella giornata di sabato e valido per il campionato carioca).