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Ferron: “Meret tecnicamente è più forte di Donnarumma”

L’ex portiere di Atalanta, Samp e Inter e attuale preparatore atletico della Nazionale Under 17, ha detto la sua sui due giovani campioni destinati a raccogliere l’eredità di Buffon in Nazionale, e chissà alla Juventus.
A cura di Marco Beltrami
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Di portieri, e soprattutto di giovani talenti, se ne intende. Fabrizio Ferron ex di Atalanta, Sampdoria, Inter, Verona, Como e Bologna, è l’attuale preparatore dei portieri delle Nazionali giovanili italiane e in particolare dell’Under 17. Da tecnico, l’ex estremo difensore classe 1965 ha avuto modo di vedere da vicino alcuno dei più competitivi giovani portieri italiani, compresi quelli che stanno catalizzando le indiscrezioni di mercato come Donnarumma e Meret ovvero i campioncini di Milan e Spal attualmente agli ordini di Ventura nella Nazionale maggiore, convocati con Buffon per la sfida contro Albania e Olanda.

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Ferron ai microfoni della trasmissione di Sportmediaset 4-4-2, non sembra stupito dalla crescita esponenziali dei due calciatori: “Ci sembra ieri quando li allenavo nelle Nazionali giovanili e invece sono già lì. Ma non mi stupisco, è stato facile allenare questi ragazzi. E sapete perché? Oltre ad avere delle qualità fuori dalla norma, sono dei ragazzi serissimi. Dimenticate i luoghi comuni sul binomio gioventù-immaturità: tenete presente che Meret, classe '97, lo chiamavo già ‘vecchietto' qualche anno fa".

Le differenze tra Donnarumma e Meret

E’ già partito il tormentone relativo al dualismo tra Donnarumma e Meret, entrambi oggetto dei desideri della Juventus per il dopo Buffon. Questo il punto sulle loro caratteristiche secondo Ferron: “Il punto di forza di Donnarumma è senza dubbio la sua velocità ad andare a terra nonostante sia un gigante. E poi come affronta le partite: ha una personalità tale che gli permette di farsi scivolare tutto. Dimentica immediatamente quello che succede in campo, e questa è una grande qualità per un portiere. Meret tecnicamente forse è più completo, anche per un discorso di conformazione fisica. Tutti e due invece affrontano le gare con la massima serenità e questo aiuta molto in questo ruolo". E non bisogna dimenticare anche Scuffet che dopo la stagione in Serie B al Como, ha trovato spazio in Serie A all’Udinese grazie all’infortunio di Karnezis: “Scuffet? Ha meno qualità tecniche rispetto a Donnarumma e Meret, ma anche lui regge benissimo la pressione delle partite. Ora sta giocando meno, ma spero che possa tornare titolare perché lo ritengo un ottimo portiere".

L'effetto Buffon

Il futuro dell’Italia comunque è roseo. E’ questo il frutto di una sorta di “effetto Buffon”, sintetizzabile così da Ferron: “Faccio un paragone con gli altri sport: lo sci in Italia è esploso grazie a Tomba. Dopo di lui tutti i bambini volevano sciare. Nel calcio è uguale, avere un portiere come Buffon come esempio è un apripista per questi ragazzi che vogliono emularlo: una figura così aiuta tantissimo i giovani. Se ti alleni con Buffon capisci perché gioca ancora titolare a 40 anni".

La metamorfosi del portiere

E lo stesso estremo difensore della Juventus nonostante la carriera continua a studiare i progressi del ruolo del portiere. L’estremo difensore oggi deve essere abile anche a giocare quasi come un ultimo difensore, in stile “Neuer”: “Tutte le squadre ormai giocano con la difesa alta e il portiere deve accorciare la distanza stando alto. Prima potevi prendere la palla con le mani nel retropassaggio, ora devi fare quello che fa un difensore. Ma loro sono cresciuti così quindi non è un grande problema per i giovani portieri di oggi quello di saper giocare con i piedi. Però è sempre difficile fare paragoni, prima era un altro calcio. È cambiato il modo di pensare il calcio, prima si puntava più sulla tecnica e c’era meno esasperazione fisica".

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