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Fece il saluto fascista a Marzabotto, Luppi si difende: no, esultavo alla Shearer

E’ la tesi difensiva di Eugenio Luppi, il calciatore che a dicembre scorso esultò facendo il saluto romano e mostrando la maglietta della Repubblica Sociale Italiana. Deferito dalla Procura Figc, deve difendersi anche dall’accusa di apologia di fascismo. Dinanzi al pm ha dichiarato che con quel gesto voleva solo emulare l’ex attaccante del Newcastle e dell’Inghilterra.
A cura di Maurizio De Santis
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Non ha fatto il saluto romano ma solo emulato Alan Shearer. E la maglietta che recava il simbolo della Repubblica Sociale Italiana era un regalo, la indossava semplicemente come canottiera. E' questa la versione dei fatti che Eugenio Luppi ha espresso davanti al pm Michela Guidi per difendersi dall'accusa di apologia fascismo, un reato penale contestatogli a novembre scorso dopo l'esultanza compiuta per il gol segnato contro il Marzabotto (località passata alla storia per l'eccidio nazifascista) quando indossava la maglia del Futa 65 (club di Seconda categoria).

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La tesi difensiva. Il calciatore, deferito dalla Procura della Federcalcio assieme alla società, è difeso dall'avvocato Alessandro Veronesi. Secondo la tesi perorata dai suoi legali non aveva alcuna intenzione di fare un saluto romano, ha posto le proprie scuse e s'è detto molto dispiaciuto per l'equivoco perché quel suo gesto è stato male interpretato. In realtà braccio proteso e palmo verso l'alto altro non sono – secondo la versione fornita da Luppi – che un modo per imitare il suo idolo, l'ex attaccante del Newcastle United e dell'Inghilterra. La sua corsa verso la tribuna era motivata dalla voglia di rivolgersi al padre, che era al campo per assistere alla partita.

L'esultanza alla Shearer citata dal calciatore, Luppi, nell'udienza davanti al pm
L'esultanza alla Shearer citata dal calciatore, Luppi, nell'udienza davanti al pm

La t-shirt neofascista. Quanto alla maglietta della Repubblica Sociale Italiana, l'aveva indossata poco prima della partita cambiandosi nello spogliatoio ma quando ha segnato, al 90′, non era affatto sua intenzione mostrare i simboli che erano sulla t-shirt: semplicemente, ha tolto la maglia della squadra come spesso accade sui di campi di calcio quando altri giocatori sfilano la casacca in segno di gioia dopo una rete. Al Pm, il calciatore ha anche dichiarato di essere molto turbato per le minacce ricevute via Facebook dopo quel giorno.

Dalla Seconda categoria alla Promozione. Messo fuori rosa dal Futa 65, Luppi ha poi trovato una nuova squadra in Promozione. E' il Borgo Panigale, club che ha una grande tradizione a Bologna, dove è la seconda squadra per antichità della città, subito dopo la più celebre formazione rossoblù. Le proteste antifasciste, però, non hanno fermato la società emiliana che il 10 dicembre scorso ha schierato il giocatore nella gara contro il Lavezzola.

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