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“Fammi vedere quanto sei bella”: inchiesta FIFA, abusi sulle giocatrici in Afghanistan

L’inchiesta è iniziata dopo le dichiarazioni dell’ex capitano – oggi in esilio e minacciata di morte – Khalida Popal: “I colpevoli invece di essere puniti sono stati promossi”. Altre 9 giocatrici avrebbero confermato le accuse che coinvolgerebbero vertici federali: per giocare in Nazionale si richiedevano prestazioni extra.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il mondo del calcio è pronto ad affrontare l'ennesimo scandalo, forse tra i peggiori che si possano immagine e non solamente nel mondo dello sport: abuso sessuale. La FIFA ha aperto per direttissima un'inchiesta su ciò che starebbe accadendo in Afghanistan: allenatori e massimi dirigenti della Federazione avrebbero costretto alcune calciatrici a offrire il proprio corpo come merce di scambio per giocare nella Nazionale.

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Uno scandalo che do certo porterà ad un intervento esemplare nei confronti di chi si è macchiato di tali reati, con una tolleranza zero pronta a punire i colpevoli. Che non sono marginali nel mondo del calcio afghano, anzi. Secondo quanto raccontato dall’ex capitano della Afghanistan Khalida Popal, si tratterebbe di un vero e proprio sistema che coinvolgerebbe i vertici del calcio nazionale, tra cui Keramuddin Karim, il presidente della Federazione.

A svelare l'incredibile scandalo è stata Khalida Popal, ex calciatrice e capitano della nazionale, oggi esiliata in Danimarca dal 2011 e minacciata di morte, in un’intervista alla Bbc. La Popal ha raccontato tutto con dovizia di dettagli, supportata anche da altre testimonianze che flebilmente si sono fatte sentire. L'ex calciatrice ha riferito di aver denunciato anni fa alla Federazione le violenze subite da alcune compagne di gioco ma invece di prendere provvedimenti e fermarli, denuncia la Popal, "i responsabili sono stati promossi”.

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Davanti a queste dichiarazioni e ad altre testimonianze (sarebbero in tutto 9 le calciatrici che avrebbero confermato la tesi della Popal) la FIFA ha aperto d'urgenza una inchiesta che sta coinvolgendo anche il Parlamento afghano e la Procura generale del Paese che ha iniziato una propria indagine. Il reato, di abuso sessuale, era perpetrato in modo costante e sistematico da dirigenti federali: un ‘provino' cui dovevano sottostare tutte le calciatrici che ambivano ad un posto in Nazionale.

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