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Fabiano Ribeiro: “Mi hanno detto negro di m…, ma l’arbitro non ha sentito”

La Procura Federale ha aperto un’inchiesta per fare luce sui fatti accaduti durante la gara Casale-Pro Patria del campionato Beretti.
A cura di Maurizio De Santis
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fabiano ribeiro del Casale

Fabiano Ribeiro a marzo compirà 19 anni ed è un nostro connazionale, nonostante il colore della pelle sia ancora una discriminante per l'ignoranza e la stupidità di molti. E' nato a Moncalieri e vive a Mappano, piccolo centro alle porte di Torino, assieme a suo padre (di origini brasiliane) e a sua madre (italiana). Frequenta il Liceo Scientifico ‘Giordano Bruno' e gioca a calcio nella formazione Beretti del Casale. Lui, attaccante, che ha Neymar – la stella del Santos – come idolo e icona del suo diario su Facebook, s'è tolto lo sfizio di farsi fotografare nel tempio del Paris Saint Germain a bordo campo, mentre imita un allenatore che impartisce ordini alla squadra. Nella gallery del suo profilo ci trovi anche questo oltre ai messaggi d'incoraggiamento postati dai suoi amici dopo il brutto episodio accaduto durante la partita contro la Pro Patria.

La memoria aziona il rewind e la sequenza videoclip lo riporta a quegli attimi concitati della gara di campionato. Un contrasto duro, ma fa parte del gioco. Poi l'insulto ricevuto, la reazione d'impulso e il ‘rosso' dell'arbitro. Peggio d'una entrata a gamba tesa.

Io credo nella buona fede degli arbitri – racconta a SkySport -, ma perché quel signore che dirigeva la gara non è intervenuto dopo la frase "Negro di m…"? Non sono contento della mia reazione, mi sono fatto trascinare dall'istinto quando ho spinto l'avversario.

L'espulsione, la rabbia e mille pensieri che gli ronzano in testa scacciati dalla solidarietà dei compagni di squadra. Al 38′  il Casale abbandona il campo e denuncia l'accaduto. La Lega Pro raccoglie la denuncia e la Procura Federale apre un'inchiesta. La stupidità non può restare impunita.

Ho visto che gli altri mi seguivano e ho pensato che fosse finito il primo tempo. Poi mi hanno spiegato ed ero contento.

La replica della Pro Patria affidata al patron Pietro Vavassori.

Ho parlato con i dirigenti di Casale che si sono scusati per quanto è accaduto. Per noi non è successo niente e nessuno ha sentito niente, a parte il ragazzo di Casale – ha ammesso alle agenzie -. Siamo pronti a tutelare la nostra immagine in ogni sede. I casi di razzismo sono altri. Se fossimo razzisti non avremmo ragazzi di colore in tutte le nostre squadre giovanili.

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