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Eusebio è morto, Portogallo in lutto (video)

Scompare la leggenda del calcio mondiale, bandiera del Benfica, conosciuta come la ‘pantera nera’. Cristiano Ronaldo: “Vivrai per sempre nei nostri ricordi. Riposa in pace”. Mourinho: “Per me è immortale”.
A cura di Maurizio De Santis
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Eusebio da Silva Ferreira è morto all'età di 71 anni. La leggenda del calcio portoghese e mondiale s'è spenta nella notte: erano le 3.30 del mattino quando il suo cuore ha smesso di battere. Un'insufficienza cardiaca ha messo fine alla storia di uomo, calciatore e poi dirigente del Benfica: con il club lusitano ha scritto pagine indimenticabili, la ‘pantera nera' del Mozambico (Paese in cui nacque nel '42) era il nome di battaglia. Tecnica, velocità, potenza e un destro micidiale: quanto basta per trasformarlo nel più forte di tutti i tempi per aver realizzato un record pazzesco, ovvero aver segnato 638 gol in 614 partite ufficiali. Ai Mondiali del '66, quelli della vergogna italiana chiamata Corea, prese per mano il ‘suo' Portogallo e lo trascinò al terzo posto (fu capocannoniere della Coppa con 9 reti). Pallone d'Oro nel 1965, ma nella sua bacheca di bomber fanno bella mostra anche i due trofei della Scarpa d'Oro, premio conquistato nel 1968 e nel 1973, come migliore marcatore del Vecchio Continente. Con la nazionale ha giocato 64 match, andando a bersaglio per 41 volte.

Avvisaglie. Ex calciatore e ambasciatore nel mondo del calcio portoghese, nel giugno 2012 fu costretto al ricovero d'urgenza nell'Ospedale di Luce, per una grave problema di natura cerebrovascolare. Eusebio si trovava a Poznan, al seguito della squadra nazionale impegnata nell'Europeo. Il suo cuore di ferro allora resse all'urto.

La bacheca. Con il Benfica ha vinto 11 campionati nazionali, 5 Coppe di Portogallo, 1 Coppa dei Campioni e nella stessa competizione ha guidato il club in finale per altre 3 volte. E' stato il migliore marcatore in Coppa Europa per 3 edizioni (1965, 1966 e 1968). Ha vinto il Pallone d'Argento sette volte (record nazionale). Suo anche il ‘Golden Eagle' (‘l'aquila d'oro'), il più alto riconoscimento che il club gli riconobbe nel 1982.

Il cordoglio. Cristiano Ronaldo, stella del calcio portoghese e internazionale, ha dedicato all'ex campione un messaggio commovente attraverso i Social Network: "Vivrai per sempre nei nostri ricordi. Riposa in pace". A CR7 s'è aggiunto anche lo ‘special one', José Mourinho, raggiunto in Inghilterra dai media lusitani: "La sua morte lascia un grande vuoto in tutti noi, ma io lo considero immortale. Eusebio faceva parte di una generazione completamente diversa rispetto a oggi, ma il suo livello è quello dei più grandi calciatori. Oggi, se avesse 20 o 30 anni e giocasse, sarebbe una cosa incredibile". Luis Figo si aggiunge al dolore e posta su Twitter un messaggio: "Il Re! E' una grande perdita per tutti noi. Resta il più grande".

La finalissima col Milan nel '63. Coppa Campioni: era il Milan di "Abatino" Rivera e del "Giuan" Trapattoni, del grande Cesare Maldini e del cannoniere per eccellenza Josè Altafini. Una formazione di campioni comandata, in panchina, da un'altra icona leggendaria del mondo rossonero: Nereo Rocco. Un trionfo ancora ben impresso nelle fotografie di quel tempo: le squadre schierate in mezzo al campo, con il Milan in completa tenuta bianca (la stessa che poi venne utilizzata anche per altre finali di Champions), il saluto dei due capitani, le giocate di Rivera e Maldini, il gol da cineteca di Eusebio e poi l'indimenticabile doppietta di Altafini. Istantanee dolci e romantiche di un calcio diverso, che non c'è più. E rivive nei ricordi virati seppia. "Mi dispiace molto per la morte di Eusebio – ha affermato proprio Altafini -. All'epoca era il più grande assieme a Pelè, poi è arrivato Maradona. Nel 1966, al Mondiale in Inghilterra, disputò un torneo fantastico e si aggiudicò il titolo di cannoniere segnando 9 gol. Io ci ho giocato due volte contro, ho un grandissimo ricordo di lui".

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