Europa League, preliminari: Stjarnan-Inter 0-3. Icardi, Dodò, D’Ambrosio ipotecano i playoff
Serviva pazienza e non avere fretta. Contro lo Stjarnan l'Inter ne ha avuta a sufficienza (anche troppa nel primo tempo) per lasciar sfuriare gli islandesi e poi piazzare l'uno-due a cavallo tra la prima frazione e la ripresa. Icardi, Dodò e D'Ambrosio ridimensionano le velleità di un avversario per nulla intimorito e fanno sì che tra sette giorni, a Milano, il ritorno dei playoff di Europa League sia pura formalità. Non è stata così facile, almeno nella prima parte. Dinamismo, coraggio, voglia di non sfigurare al cospetto di un avversario blasonato. Lo Stjarnan ce la mette tutta per tenere in scacco la manovra dei nerazzurri: corre, fa pressing, tiene alto il baricentro, non rinuncia a far gioco. Quasi accarezza il sogno di festeggiare alla sua maniera un gol storico. Dilettanti, certo, ma i padroni di casa che nulla hanno da perdere affrontano il match con leggerezza mentale. Non hanno paura e nemmeno per tutta la prima parte della sfida la squadra di Mazzarri ne mette loro abbastanza da rintuzzarne l'orgoglio. Perché di questo si tratta, nulla più. Il resto è poca roba e i pericoli maggiori per le ‘stelle' biancazzurre arrivano – ironia della sorte – su calcio piazzato: la stazza non c'entra, anzi dovrebbe essere a loro favore.
Questione di tempi d'inserimento giusti che Ranocchia sfrutta ma non trova la porta in un paio di occasioni. La più clamorosa al 23′ quando Finsen devia a un passo dalla linea. Hernanes non è brillante, Icardi e Botta appaiono isolati, in mediana Kovacic regala belle speranze e poca efficacia, Dodò e Jonathan sulle corsie laterali sono nel vivo dell'azione ma non creano particolari grattacapi. Il brasiliano è poco ispirato, per nulla ‘divino' quando al 37′ taglia nell'area avversaria (servito da Kovacic) ma è in netto ritardo sulla palla. Il risultato di 0-0 è la logica conseguenza di un match che scivola sui binari dell'equilibrio e mette in risalto la difficoltà dell'Inter di produrre gioco, conquistare metri con capacità di palleggio, far valere la tecnica individuale per scardinare la compattezza di un avversario ordinato e generoso. Non c'è Palacio – micidiale nelle ripartenze -, Osvaldo parte dalla panchina e là davanti Maurito è isolato. Nemmeno il ‘profeta', ex Lazio, gli regala un segno di pace: troppo statico, l'attaccante argentino viene trascinato dalla risacca e si perde tra le pieghe della difesa islandese. Al 40′, però, arriva la svolta di un incontro sonnolento: un errore della retroguardia dello Stjarnan – fino allora perfetta – serve a Icardi un assist incredibile, lui controlla e insacca.
Partita sbloccata nella fase cruciale del match e nerazzurri che vanno all'intervallo con la sfida in pugno. Abbastanza da scendere in campo nella ripresa con il piglio necessario per chiudere subito i conti con Dodò (2′, raddoppia) e sfiorare la terza marcatura ancora con Icardi. Lo Stjarnan, generoso ma mai veramente in grado d'impensierire Handanovic, incassa il colpo: capisce che è finita ma ha un sussulto d'orgoglio, buono a salvare la faccia e a guadagnare l'applauso dei tifosi. L'Inter può giocare sul velluto e tocca anche a Osvaldo fare la sua parte (sostituisce Botta intorno al 15′ e nel finale centra anche la traversa), Mazzarri gli regala mezz'ora per scaldare muscoli, migliorare condizione e ritmo partita. Così come per D'Ambrosio, che avvicenda il ‘divino' e fa filotto a tempo quasi scaduto, e Kuzmanovic per Hernanes a una manciata di minuti dalla fine. Dall'altra parte doppio cambio: escono Runarsson e Gunnarson per Toft e Johansson. Pure per loro gli ultimi venti minuti si riveleranno una robusta sgambatura.