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Euro 2016: l’Italia delle seconde linee non convince

Conte cambia quasi tutta la squadra rispetto alle prime due partite. Gli automatismi saltano. Motta e soprattutto Sturaro non garantiscono i movimenti giusti. Insigne entra tardi e regala l’unico lampo azzurro. L’Irlanda vince con merito.
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Prima di questa sfida, Martin O'Neill aveva detto ai suoi ragazzi: non portiamoci rimpianti sull'aereo verso casa. In 90 minuti, non hanno solo cancellato ogni ombra di rimpianto. Hanno anche rimandato il volo per Dublino. L'Italia evidenzia un possesso palla sterile, 52% totale con il 77% di accuratezza, che però produce solo 5 tiri contro i 12 degli irlandesi (1-4 nello specchio). Tentiamo solo 17 tackle a 15, e soprattutto perdiamo palla in 29 occasioni. Il grafico (fonte WhoScored, dati Opta), per quanto cromaticamente contro-intuitivo, perché i pallini azzurri rappresentano i palloni toccati dagli irlandesi e quelli arancio definiscono la presenza dell'Italia, dimostra che di fatto ci siamo ritrovati a gestire palla dove conta di meno. L'assenza negli ultimi sedici metri parla da sola.

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Seconde linee – L'Irlanda sorprende Conte e si schiera con un 4-3-3. L'Italia mantiene il 3-5-2 classico, ma gli interpreti variano molto: il ct inserisce De Sciglio e Bernardeschi esterni e sposta Florenzi interno nel ruolo di Giaccherini. In non possesso, contro un'Irlanda alta e rapida che verticalizza presto, l'Italia crea una sorta di seconda linea a quattro davanti alla difesa. I Verdi sfruttano i movimenti a venire incontro di Daryl Murphy, 33enne centavanti dell'Ipswich Town che cerca il primo gol in nazionale dopo 33 presenze: la caratteristica principale del fulcro dei Boys in Green è di  difendere palla sulla trequarti e favorire i tagli di Long che va all'uno contro uno con Ogbonna.

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Troppi spazi – Ed è proprio dalla sponda di Murphy che nasce la prima occasione irlandese. L'attaccante anticipa Bonucci e si allarga subito a sinistra per portare via un marcatore nel 3 contro 3 sulla trequarti e favorire la corsa di Kendrick che infatti ha tanto campo aperto. E' un punto di vulnerabilità della nostra fase difensiva già emerso nella prima mezz'ora contro il Belgio, e ben mascherato dall'assetto più compatto contro la Svezia. Il primo controllo, però, è rivedibile e la difesa gli concede solo la conclusione dalla distanza.

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E' sempre Murphy che chiama Sirigu alla gran parata su calcio d'angolo. Non è l'unico pericolo che l'Italia corre difendendo a zona e in linea sui calci piazzati.

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Motta e Sturaro inconsistenti – Davanti, Immobile e Zaza sono lontani, non riescono a dialogare né a raccogliere i lanci lunghi dalla difesa. Murphy, infatti, va a marcare Bonucci appena il difensore si prepara a lanciare. E in mezzo Sturaro non va mai ad accompagnare verso Bernardeschi, un movimento che sarebbe fondamentale per far uscire velocemente palla dalla difesa, per creare il triangolo sulla fascia e aprire un po' la difesa avversaria. Un tipo di inserimento più naturale per Florenzi, che infatti si era liberato in una circostanza interessante vanificata dal fallo di mano di Immobile sull'appoggio proprio di Bernadeschi.

I numeri del primo tempo – I tanti cambi evidentemente penalizzano l'Italia. Gli azzurri tirano una sola volta con Immobile, bravo a sfruttare un rimpallo e l'intelligente taglio-fuori di Zaza che gli libera la visuale dello specchio della porta. E' un Italia che fa comunque bene la fase difensiva ma non trova automatismi e distanze una volta recuperata palla. Anche perché Hendricks va subito a chiudere su Bonucci e in mezzo Sturaro e Motta ricevono quasi sempre spalle alla porta. Si spiega così il dato più sterile del gioco azzurro: il 54% di possesso palla, infatti, e i 131 passaggi a 106 nel primo tempo producono una sola occasione da gol a fronte dei tre tiri e dei quattro corner dei Verdi.

Italia-Irlanda: passaggi e interventi di Bonucci e Motta nel primo tempo
Italia-Irlanda: passaggi e interventi di Bonucci e Motta nel primo tempo

Troppi errori – E' proprio Motta che sbaglia un disimpegno facile e regala all'Irlanda la prima occasione del secondo tempo. La squadra di O'Neill rimane alta, ma sembra intenzionata a manovrare di più contro un'Italia che fatica a recuperare il pallone in una zona alta del campo e a mettere tre passaggi in fila. Cerca di dare un po' più equilibrio in copertura, Conte, e magari garantirsi un pressing più efficace sulla fascia: per questo inserisce Darmian per Bernardeschi. Continua a chiedere ai difensori di salire in fase di non possesso, di non scalare troppo verso l'area. Ma non sempre la copertura degli spazi è efficace. Anzi.

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Motta viene di conseguenza ad abbassarsi molto per aiutare l'avvio dell'azione che però rimane macchinosa. Conte prova allora la carta Insigne, cui chiede di rimanere fra le linee, anche per offrire possibilità di triangolo e soluzioni offensive a Zaza, per dare una via in più verso la porta rispetto al cross dalle fasce o al lancio lungo, strada di fatto obbligata con Zaza e Immobile davanti. Ed è proprio Lorenzo il Magnifico che spariglia destini e fortune con un'azione praticamente fotocopia a quella che ha portato Eder al gol contro la Svezia. Il suo tiro a giro, però, rimbalza sul palo.

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Inevitabile gol – E' un lampo isolato. L'Irlanda preme e alla lunga l'Italia crolla. Il cross dalla destra di Hoolahan, che ha mancato un'occasione clamorosa due minuti prima, incontra l'inserimento da dietro di Brady. Bonucci non legge bene la situazione, l'uscita di Sirigu stavolta è poco più di una mossa disperata.

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Un gol che nasce da due errori di posizione. Sharawy nel tentativo di coprire, rimane preso in mezzo fra Hoolahan e Coleman che si sovrappone. E' troppo indietro per ostacolare il cross, troppo stretto per anticipare un'eventuale passaggio in verticale. Hoolahan riceve palla dal centro dove Motta sbaglia il tempo del contrasto su McGeady poi un po' si perde, per una frazione di secondo, e non segue l'uomo che intanto continua la corsa verso la porta. Il resto è un piazzamento precario. E' una festa irlandese per una vittoria meritata e una qualificazione storica.

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