Esonero Mihajlovic, la decisione del Torino. Pronto Mazzarri
Sinisa Mihajlovic esonerato dal Torino. Il tecnico serbo non è più l'allenatore granata. A conferma delle voci e della telefonata con cui il ds Petrachi, intorno all'una ha comunicato a Miha la decisione di Cairo, è arrivata anche la nota ufficiale. Una scelta inaspettata che ha sorpreso anche i giocatori che hanno subito deciso di far visita al mister in albergo per salutarlo e ringraziarlo per il lavoro degli ultimi mesi. Fatale al tecnico serbo la sconfitta nei quarti di Coppa Italia contro la Juventus, gara persa per 2-0 e a margine della quale l'allenatore era stato espulso per le proteste nei confronti dell'arbitro Doveri che – dopo il consulto a bordo campo del Var – aveva convalidato la rete del raddoppio di Mandzukic. L'azione – come mostreranno successivamente le immagini alla moviola – era viziata da un fallo commesso da Khedira su Acquah.
Il comunicato ufficiale del Torino. Questa la breve nota del club del capoluogo piemontese sull'esonero di Mihajlovic: "Il Torino Football Club comunica di aver esonerato Sinisa Mihajlovic dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. A Sinisa e al suo staff vanno i ringraziamenti per l’impegno e per la passione dimostrati in questi 18 mesi in granata".
Chi arriverà al posto di Mihajlovic? Per il successore, quello di Walter Mazzarri è uno dei nomi graditi alla società di Urbano Cairo. L'ex tecnico di Napoli e Inter è attualmente svincolato dopo un'esperienza nel calcio inglese alla guida del Watford.
L'andamento in campionato. In Serie A il Torino è decimo in classifica con 25 punti, a -5 dalla zona Europa League, frutto di 5 vittorie, 10 pareggi e 4 sconfitte. A fare da zavorra al cammino dei granata in campionato è il periodo di appannamento – condizionato dagli infortuni – attraversato da Belotti: l'attaccante della Nazionale ha realizzato finora solo 4 gol e ha pagato a caro prezzo i problemi avuti al ginocchio negli ultimi tempi.
L'involuzione di gioco. Le difficoltà dell'attacco legate a Belotti, però, costituiscono solo un'attenuante rispetto a un'esperienza di un anno e mezzo che non ha comunque soddisfatto il presidente del Torino, scontento per la mancata personalità e la mancata crescita della squadra che lo stesso allenatore ha contribuito a costruire indirizzando anche alcune scelte di mercato (la richiesta di prendere Niang dal Milan). L'involuzione nel gioco e nell'aspetto tattico dell'ultimo periodo – con tanto di prestazioni non all'altezza delle attese – hanno accompagnato la decisione della dirigenza fino a ieri, portando alla risoluzione del rapporto.