“Er regazzino” Murgia, da romanista mancato a speranza della Lazio
Un gol ogni 20 minuti giocati. Ci siamo strabuzzati gli occhi per la stratosferica media gol di Pazzini con il Verona, lo stesso abbiamo fatto con Ciro Immobile e Andrea Belotti che segnano a raffica in questo campionato. Ma il primato momentaneo spetta al giovanissimo Alessandro Murgia della Lazio, che nei suoi 20 minuti giocati in Serie A in due apparizioni è riuscito a trovare il gol nel match tra i biancocelesti e il Torino di Sinisa Mihajlovic. E poi c'è l'acuto della Supercoppa contro la Juventus, quel gol al 94′ pure rappresenta una pietra miliare della sua carriera.
Dal ‘tradimento' alla Roma al gol in Supercoppa
Alessandro Murgia nasce a Roma il 9 agosto 1996. I primi passi da calciatore li muove nel C. S. Colombo del quartiere Eur, squadra all'epoca affiliata alla Roma. Il giovane Alessandro impressiona tutti e i giallorossi a 10 anni vorrebbero portarlo nel settore giovanile della casa madre, ma il padre, Francesco, si oppone per timore dell’eccessivo agonismo a cui il ragazzo sarebbe andato incontro. Qualche tempo dopo, Alessandro si iscrive a pagamento al settore giovanile della Lazio, nel quale farà tutta la trafila.
Nel suo iter giovanile tra le fila dei biancocelesti spesso gioca da trequartista, e segna tanto. Nel 2009/2010 sta fermo 3 mesi per un brutto infortunio ma realizza comunque 11 gol. Passa ai Giovanissimi Elite e ne fa 8, e l'anno dopo altri 8 in quelli nazionali. Sono 7 invece le reti realizzate negli Allievi Elite, e nella stagione 2012/2013 addirittura 10 negli Allievi Nazionali. Nel 2013/14 fa parte della squadra Primavera con cui si aggiudica la Coppa Italia di categoria. Viene fatto giocare in una posizione più arretrata e i gol diminuiscono, ma il talento rimane immutato.
Mediano ‘di lotta e di governo'
La scorsa stagione però torna a segnare con continuità e il suo bottino finale sarà di 11 gol in 25 partite. Fa il suo esordio in prima squadra nell'amichevole Levski Sofia-Lazio 3-2 del 23 maggio 2014, subentrando nel secondo tempo a Keita. Quest'anno entra stabilmente in Prima Squadra su raccomandazione dell'attuale allenatore capitolino Simone Inzaghi, che prima della chiamata di Lotito aveva allenato Murgia nella Primavera biancoceleste. Fa il suo esordio in serie A in occasione di Lazio-Pescara 3-0 del 17 settembre 2016, subentrando nei minuti finali a Milinkovic. Poi il 23 ottobre trova il primo gol in Serie A contro il Torino, battendo di testa Hart dopo 5 minuti dal suo ingresso in campo.
Punti di forza
Una delle caratteristiche più apprezzate del talento classe '96 Murgia è di sicuro la sua duttilità in campo. Nella linea mediana, infatti, il ragazzo romano è in grado di ricoprire quasi ogni ruolo, dalla mezzala al centrale, dal regista all’esterno di fascia, al trequartista (ruolo che predilige). In più, Murgia, è il classico centrocampista moderno dotato di un ottimo fisico (185 centimetri per 72 Kg) abbinato ad una grande capacità di calcio sia con il piede destro (preferito) che con il sinistro. Aggressivo nei contrasti non difetta in zona gol (chiedere al Torino) grazie ad una impressionante facilità di calcio e ad una buona propensione all’inserimento offensivo.
Punti di debolezza
Come la maggior parte dei talenti in erba però, il romano difetta ancora in costanza di rendimento ma soprattutto per alcune “letture” tattiche in fase difensiva. Pur essendo in grado di ricoprire il ruolo di regista (in molti lo vedrebbero bene come vice Biglia), infatti, Murgia non riesce ancora a gestire nel modo migliore la fase di non possesso riuscendo ad interdire meno di quanto potrebbe. Certo, i margini di miglioramento ci sono eccome, ma questa sua caratteristica, almeno per il momento, lo separa forse dall’ultimo definitivo passo da approntare per diventare un calciatore di sicuro affidamento.
Cognato di Bertolacci, fratello dell'attrice Nicole
Atleta impeccabile e senza grilli per la testa, ha uno splendido rapporto con la sorella Nicole che in casa ha portato un altro calciatore, Bertolacci. Un passato da attrice per la compagna dell’ex Genoa (era Cristina nella fiction “Tutti Pazzi per Amore”). “Sandrino” invece, chiamato così dagli amici, è un ragazzo dalla faccia pulita, lo sguardo sincero e i piedi fatati. Un episodio che lo ha caratterizzato, e che fa emergere il suo carattere schietto e spontaneo, risale a quest’estate.
Camminando per strada, tra le vie di Auronzo, sede del ritiro dei biancocelesti, con la massima naturalezza, era al telefono giù nella piazza principale a prendersi un gelato coi suoi amici Franco e Chris. Alcuni non lo riconoscono, soprattutto un bambino che in modo del tutto sincero gli chiede: «Scusa, come ti chiami?» «Alessandro Murgia, – risponde il giovane laziale – ricordati questo nome perché ne sentirete parlare». E a quanto pare così sarà, perché dopo quel gol al Torino Inzaghi non potrà non considerarlo in futuro. Da «Anvedi ‘sto regazzino come gioca…» a, «fate gioca' er regazzino», il passo è breve.
Minieri: "Qualcuno lo accosta a Kaká"
Oltre agli attestati di stima nei suoi confronti già espressi dalla dirigenza biancoceleste, in particolare dal direttore sportivo Igli Tare e dal presidente, Claudio Lotito, a parlare del nuovo talento della Lazio, ci pensa il suo procuratore Michelangelo Minieri che parla di un ragazzo di buonissime qualità tecniche, che sta ottenendo tutto quello che in questi anni pian piano ha costruito, dimostrando di poter giocare a questi livelli. «Qualcuno lo accosta a Kaká, – aggiunge Minieri – ma faccio sempre di tutto per mantenere i ragazzi con i piedi per terra. L'umiltà in questi momenti è molto importante: il ragazzo ha qualità non indifferenti ma il cammino di un calciatore, lo sappiamo, è lunghissimo. Alessandro è un calciatore molto intelligente, che sa adattarsi a diversi ruoli».