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Empoli, il piccolo gioiello di provincia forgiato da Maurizio Sarri

La gara del San Paolo dove ha messo in difficoltà il Napoli di Benitez ha mostrato a tutti la qualità del club toscano costruita grazie al lavoro del suo tecnico, unico a valorizzare i giovani al massimo senza pretendere acquisti costosi.
A cura di Alessio Pediglieri
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La 14a giornata ha sdoganato definitivamente il calcio di provincia. Con Milan e Inter che scivolano e perdono, con le ‘grandi' – o presunte tali – che balbettano, a far la voce grossa è il ‘movimento' delle provinciali che sorridono ad una classifica incredibilmente corta e che vede proprio i piccoli club permettersi qualche colpo gobbo ai più blasonati dirimpettai di campionato. E' così accaduto che il Genoa in casa batta il Milan, l'Udinese rifili due gol all'Inter a San Siro, che il Sassuolo arrivi all'Olimpico a fare la voce grossa contro la seconda in classifica, la Roma. O che il piccolo Empoli si presenti al San Paolo provando a umiliare il Napoli, con l'umiltà di chi sa che non può competere da un punto di vista tecnico ma che ha la consapevolezza che nulla sia impossibile, basta crederci e lavorarci duramente. E così è stato e così è guardando i risultati del club toscano, neo promosso, fino a questo momento, immagine e somiglianza del suo tecnico, Maurizio Sarri, classe '59, una vita dedicata al calcio di provincia per renderlo grande e togliersi soddisfazioni uniche.

L'allenatore con la Provincia in tasca. Perché ad Empoli si può dire tutto ma non che non si conosca il calcio che conta. Da Empoli in passato ci sono passati – e formati – fior di allenatori che proprio da lì hanno spiccato il volo. Come Spalletti, Baldini, Cagni. E ora Sarri, ex bancario del Monte dei Paschi che ha preso per mano il piccolo Sansovino trascinandolo in C2, prima di passare alla Sangiovannese, quindi al Pescara in serie B per concludere il suo cammino ad Empoi dove da due anni  e mezzo sta costruendo la sua nuova realtà calcistica arrivando in massima serie. Senza soldi nè fuoriclasse, ma con una parsimoniosa gestione societaria e una rigorosa programmazione tecnica. Insomma, tanto lavoro molte idee, pochissime risorse. Perché se si va a vedere lo stipendio di chi oggi a Empoli ci gioca – in serie A – s'impallidisce di fronte agli ingaggi plurimilionari dei maggiori club di Serie A. Come la Juventus perché il monte ingaggi totale dell'intera rosa del club toscano non raggiunge nemmeno il 10% di quello bianconero.

Progetto a lunga scadenza. Senza dimenticare la valorizzazione dei giovani. Pratica in cui Sarri ha dimostrato e sta confermando di essere maestro tanto che l'Empoli ha deciso di prolungargli il rapporto senza guardare i risultati del momento. Sarri ha da poco rinnovato il contratto proprio quando la squadra continuava a perdere e in mano oggi ha di fatto un triennale. L'Empoli non vuol farsi sfuggire un valido tecnico che anche in serie A fa giocare le sue squadre a memoria e che sa valorizzare i giovani come nessuno mai in azzurro: da Regini a Saponara, da Rugani a Pucciarelli, e poi Verdi, Mchedlidze, Tonelli e Laurini. Per una squadra che di certo non può pensare né pretendere di ottenere chissà quali risultati a fine anno ma che può serenamente puntare alla salvezza senza snaturandosi o cercando a tutti i costi l'acquisto costoso che permetta il salto di qualità. Perché la qualità c'è già ed è sufficiente, grazie ad un tecnico che riesce a dare il meglio proprio quando ha in mano talenti da forgiare o giovani da crescere.

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