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Elia Legati del Padova per THE BBEST: “Vogliamo i playoff, andiamo a Torino per vincere”

Il difensore cresciuto nel Milan spera in un ritorno in rossonero. Il suo idolo è Alessandro Nesta.
A cura di Jacopo Giove
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Elia legati padova

Una squadra che è vicinissima raggiungere un obiettivo insperato fino a qualche tempo fa. Il Padova, grazie alla vittoria ottenuta contro il Livorno nella 41a giornata di Serie B è riuscito a scavalcare il Torino riuscendo a portarsi in sesta posizione, l'ultima piazza utile per giocarsi i playoff promozione. Il calendario però per l'ultima giornata prevede proprio lo scontro diretto con l'undici granata, in trasferta allo stadio "Olimpico". Se i veneti vorranno mantenere la loro posizione dovranno necessariamente uscirne imbattuti da quello che è ovviamente il big match della giornata conclusiva del campionato di Serie B. Tempo fa abbiamo intervistato Matteo Ardemagni, adesso è la volta del suo compagno di squadra Elia Legati, leader difensivo dei biancorossi, che racconta alla nostra rubrica THE BBEST l'emozione di giocarsi un match così importante per un club che non era certo partito con sogni di promozione.

Torino-Padova: vi giocate tutta la stagione in una sola partita. Che match vi aspettate domenica?

"Ovviamente un match difficile, ma penso che dobbiamo rimanere tranquilli sapendo che è già una grandissima soddisfazione essere arrivati fino a questo punto. Tutto quello che verrà in più sarà solo un qualcosa di più. Non ci accontentiamo però ed andremo a Torino a fare la nostra partita, perchè non possiamo certo scendere in campo per il pareggio, sarebbe sbagliatissimo".

Avete a disposizione due risultati su tre, ma in trasferta siete la squadra che ha vinto meno. Come spieghi questa differenza di rendimento fra le partite come locali e quelle da ospiti?

"Penso che si sia creato un problema a livello psicologico, perchè il fatto che all'inizio non riuscissimo a vincere ci ha condizionato. Spesso andavamo in vantaggio e ci facevamo rimontare perchè ci abbassavamo troppo, difatti la prima vittoria esterna è stata una liberazione. Vincendo a Pescara abbiamo dato una svolta alla stagione visto che rischiavamo di lottare per la salvezza, mentre da quel momento abbiamo sempre fatto benissimo".

Legati contrasta un avversario

Ad inizio stagione non vi davano certo favoriti dopo l'annata precedente: qual è stata invece la vostra arma in più?

"Credo che abbiamo fatto un grande girone d'andata, ma basato molto sulle nostre individualità. Ottimi attaccanti che però poi si sono infortunati ed abbiamo avuto delle difficoltà. Quando c'è stato il cambio di allenatore abbiamo capito che le colpe erano di tutti e non solo del mister ovviamente, quindi ci siamo davvero rimboccati le maniche per poter dare qualcosa di più. Dal Canto sicuramente ha fatto un ottimo lavoro, è giusto sottolinearlo".

Se dovessero arrivare i playoff quale pensi possa essere l'avversario più pericoloso da affrontare?

"Non possiamo parlare di queste cose adesso visto che non ci siamo ancora ma diciamo che domenica è una sorta di pre-playoff visto che affrontiamo quella che poi sarebbe la favorita d'obbligo per il salto in Serie A, in quanto il Torino ha la rosa migliore e giocatori che hanno grande esperienza. In partite come quelle dei playoff sono ingredienti fondamentali".

Parlando della tua carriera, sei cresciuto nelle giovanili del Milan: cosa ti è rimasto impresso del periodo a Milanello?

"Milanello l'ho vissuto al cento per cento, visto che ci andavo anche a scuola. Si tratta veramente di una struttura perfetta, sfido chiunqe a trovarne una migliore. Ti danno veramente tutto per esprimerti al meglio, è esattamente come lo si dipinge. È esattamente quello lo stile Milan di cui parla spesso Braida. C'è una organizzazione incredibile e quindi ho veramente un bellissimo ricordo. Poi mi allenavo con grandissimi campioni".

Due anni a Legnano molto positivi e poi l'esperienza all'estero, al Monaco: come la giudichi?

"Sotto il punto di  vista sportivo negativamente perchè non ho giocato ma sotto quello umano dico che è una esperienza che rifarei sicuramente. Ho imparato una nuova lingua e sono cresciuto professionalmente. Forse ci sono andato un po' troppo presto, magari non era ancora il momento, ma ripeto, lo rifarei senz'altro".

Mezza stagione a Novara e poi l'approdo al Crotone, dove riesci ad affermarti in Serie B e convinci il Milan a riprenderti. Speri in futuro di tornare a vestire di rossonero?

"A Crotone ho fatto molto bene, sfiorammo i playoff e credo sia stata un'occasione importante per me, quindi sarò sempre grato alla società. Sul tornare al Milan è chiaro che lo sogno ma so che è difficile. La speranza ovviamente c'è, ma se mi dovesse riscattare il Padova mi concentrerei su quello. L'importante è dare il massimo per la squadra con cui giochi".

Elia legati in zione

Hai avuto l'opportunità di giocare con grandi campioni, ma chi era il tuo idolo quando hai cominciato?

"Sicuramente Alessandro Nesta. Credo sia a tuttoggi il miglior difensore del mondo, davvero un fenomeno. Giocandoci vicino ho provato ad imparare da lui ma è davvero di un altro livello. Allenarmi con lui è stata una grandissima soddisfazione".

C'è un attaccante che sogni di fronteggiare, magari in Serie A?

"Giocare contro i grandi attaccanti è un sogno ma ti mette anche un po' di soggezione, perchè sai che è difficilissimo riuscire a fermarli. Affrontare uno come Ibrahimovic sarebbe il massimo".

In conclusione, qual è il sogno che vorrebbe realizzare Elia Legati?

"Giocare in Serie A. Spero davvero di poter riuscire a confrontarmi con quella realtà, perchè non ho più vent'anni e quindi è un traguardo che sarebbe stupendo da raggiugere".

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