Elezioni Figc, quando e come si elegge il presidente. Chi sono i candidati
Il prossimo 22 ottobre la Federazione Italiana Giuoco Calcio con molta probabilità avrà una nuova governance. È quello infatti il giorno in cui avrà luogo l’elezione del nuovo presidente della Figc (ieri sono scaduti i termini per presentare le candidature) che dovrebbe mettere quindi fine al commissariamento sotto l’egida del numero uno del Coni, Giovanni Malagò, che ha nominato Roberto Fabbricini come commissario straordinario, seguito alle dimissioni di Carlo Tavecchio dopo il disastro della non qualificazione ai Mondiali della Nazionale e alla mancata elezione del presidente federale nella successiva elezione di fine gennaio. Andiamo a vedere quindi come funziona l’elezione del presidente della Federcalcio.
Come funziona l’elezione del presidente della Figc
Ad eleggere il presidente federale sono i 274 delegati in rappresentanza delle società che fanno parte della Lega Serie A, della Lega Serie B, della Lega Pro e della Lega Nazionale Dilettanti, a cui si aggiungono i delegati dell'Associazione italiana calciatori, dell'Associazione italiana allenatori e dell"Associazione italiana arbitri. La differenza è nel "peso specifico" di ciascuna lega o associazione dato che i voti di alcuni pesano più di quelli di altri.
Il complesso dei voti spettanti ai delegati è pari a 516, così suddivisi: la Serie A ha 20 delegati, e il voto di ciascuno ne vale 3,09 per una somma complessiva del 12%. Poi ci sono 19 delegati della Serie B che valgono 1,36 a voto, ovvero il 5% del totale, i 58 della Lega Pro complessivamente spostano il 17% del totale (1,51 a voto), ma il vero bacino di voti, il 34%, arriva dai 90 delegati della Lega Nazionale Dilettanti (1,95). Infine ci sono i 52 dell'AIC (Assocalciatori) che pesano il 20% (1,98), i 26 degli allenatori il 10% (1,98), i 9 degli arbitri, il 2% (1,15).
Quando viene eletto il presidente
Il presidente della Figc viene eletto al primo turno se ottiene i tre quarti dei voti. Se si va al secondo turno sono necessari i due terzi, mentre al terzo scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti. Se al terzo scrutinio tale maggioranza non è conseguita si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano riportato la più elevata somma percentuale di voti espressi, ma se al momento di procedere al ballottaggio rimane un unico candidato, il Presidente proclama l’elezione a Presidente Federale di tale unico candidato senza necessità di procedere alla votazione di ballottaggio.
Il candidato unico: Gabriele Gravina
Un’elezione questa che ha un vincitore già annunciato essendoci soltanto un candidato alla presidenza, il numero uno della Lega Pro Gabriele Gravina, che si presenta con l’appoggio della Lega che presiede ma anche quello della Lega Nazionale Dilettanti, dell’Aia e dell’Aiac, che insieme pesano per il 63% dei voti totali. A questo nelle prossime ore potrebbe arrivare anche la fiducia da parte della Lega di Serie A e da quella di Serie B per un’elezione che potrebbe già decidersi al primo turno. Poche sorprese anche per la probabile “squadra di governo”. Infatti, Gravina sembra orientato ad offrire la vicepresidenza a Gaetano Miccichè e a non confermare il vicepresidente Uefa Michele Uva come direttore generale. Infatti nella nuova era-Gravina il ruolo di dg dovrebbe sparire per lasciare il posto a quello di segretario generale. In pole per questo incarico c’è al momento Ruggero Stincardini, mentre per presiedere il Club Italia il nome caldo è invece quello dell’ormai ex ad della Juventus, Beppe Marotta.
Il programma di Gravina
Il programma di Gabriele Gravina, intitolato "Una nuova Federazione. Il calcio italiano di nuovo in gioco", prevede, al suo interno, lo sviluppo dell’area sportiva e di quella della sostenibilità del calcio. Primo obiettivo è quello di «ridefinire il ruolo centrale della Figc quale luogo di governo del calcio italiano, di sintesi delle posizioni e di coordinamento delle attività delle Leghe e delle Componenti Tecniche; improntare in maniera propositiva, positiva il rapporto con il Coni; proseguire e migliorare la qualità del dialogo ed il rapporto con il Governo Italiano e con tutte le istituzioni parlamentari; attivare un proficuo rapporto con le istituzioni e gli organismi dell'Unione Europea, al fine di poter utilizzare al meglio – specie per i progetti infrastrutturali e di scambi socio-culturali – le opportunità e le risorse da questa messe a disposizione».
Tendendo sempre «alla sostenibilità, intesa come capacità di assicurare, in un'ottica temporale di lungo periodo, la migliore qualità sportiva al nostro sistema attraverso la "strutturale" salute gestionale degli enti associativi che ne sono alla base. La sostenibilità che vogliamo assicurare al nostro calcio passa attraverso l'adeguatezza del progetto gestionale delle nostre società e dei dirigenti, la qualità tecnica dei nostri calciatori, l'abilità formativa dei nostri allenatori, la fruibilità dei nostri impianti».
Nel dettaglio sarà rivoluzionata la giustizia sportiva che dovrà avere tempi rapidi con molti membri di tribunali e procura federale che andranno a casa. Verrà messo anche mano al codice: «il Codice di giustizia sportiva dovrà essere rivisto nella sua veste letterale e meglio armonizzato ed attualizzato alle esigenze del nostro calcio». Sarà dato sempre più spazio alle nuove tecnologie come la Gol-Line Technology e il Var.
Mentre per quel che riguarda la riforma dei campionati il professionismo diventerà a 40 squadre (Serie A e Serie B a 20 squadre), verrà reintrodotto il semiprofessionismo (Serie C a 60 squadre) mentre verrà mantenuto il dilettantismo per la LND (nove gironi con 162 club). L’obiettivo è quello di «non rivedere più lo spettacolo vergognoso di questa estate, con il balletto della serie B: «in tema di controlli, andrà implementato il sistema di controllo già esistente in riferimento alla reputazione ed alla solidità finanziaria ("patronage bancario") delle compagini proprietarie dei club, presupponendo un sistema di riscontro più celere (entro 7/10 giorni) e certamente preventivo, al fine di consentire alle Leghe di garantire il regolare svolgimento delle competizioni».
Si punterà sull’autonomia finanziaria per un Club Italia assolutamente da rilanciare e per gli arbitri. «Non più appendice ma vera e propria struttura federale, il Club Italia dovrà trovare una sua precisa identificazione secondo i canoni organizzativi aziendali sul piano gestionale e di programmazione tecnica sul piano dell'efficienza sportiva, l'uno e l'altro perfettamente integrati nella più ampia cornice delle funzioni federali. Il nuovo organismo rispecchierà – per la definizione di ruoli e funzioni, nonché per le procedure e le responsabilità – la tipica struttura del club calcistico, riprendendone le dinamiche gestionali e l'operatività per obiettivi e responsabilità». «All’Aia va preservato il ruolo rappresentativo all'interno degli organismi federali, accentuandone l'autonomia gestionale e – nel rigido rispetto dei criteri di efficienza ed economicità – supportandone le capacità operative». E per concludere anche una rivoluzione che riguarderà da vicino le scuole-calcio e il calcio minore: «Tutte le scuole-calcio dovranno essere certificate dalla Figc. E gli allenatori dovranno essere tutti muniti di patentino anche nel calcio minore».