65 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

El Hadji Diouf, storia di una stella del calcio ricordato per risse e scelte sbagliate

Dopo l’incredibile mondiale in Corea e Giappone del 2002, in cui l’attaccante del Senegal trascinò la sua nazionale fino ai quarti di finale, il giovane El Hadji, fu acquistato dal Liverpool di Houlier, prima di finire nel dimenticatoio. Di lui, in tanti si ricordano anche le tante bravate fuori dal campo.
A cura di Fabrizio Rinelli
65 CONDIVISIONI
Immagine

Ricorderete sicuramente tutti il mondiale del 2002, quello in Corea e Giappone, dove l’arbitro Moreno decise che la nostra nazionale italiana di calcio sarebbe dovuta uscire subito dalla prestigiosa competizione internazionale, a favore della Corea del Sud agli ottavi di finale. Bene, oltre alle sensazionali perle arbitrali di Byron, in quel mondiale brillò la stella di un talento che da lì a poco avrebbe dovuto scrivere pagine importanti della sua carriera nella Premier League inglese.

Stiamo parlando di El Hadji Diouf, classe 1981, che con il suo Senegal provò, in quell’annata, insieme ad altri fenomeni di quella selezione del Paese africano, a portare a casa il prestigioso trofeo. La sua energia, la forza e la determinazione in campo, fecero lievitare il suo appeal così tanto da portarlo al Liverpool, prima di finire nel dimenticatoio senza un motivo.

Una carriera cominciata in Francia

Diouf ha sempre amato il calcio e la sua terra: il Senegal. Dopo qualche anno però, la sua famiglia decise di trasferirsi in Francia. Da qui cominciò la sua carriera, precisamente al Sochaux che nel 1998-1999 lo fece esordire in Ligue 1. Nella sua prima stagione, totalizzò 15 partite senza riuscire però ad andare in rete. L’anno successivo, passò così al Rennes dove, in 28 partite giocate, segnò il suo primo gol in carriera. Gol, prestazioni e numeri che fecero parlare di lui in tutto il Senegal che, in vista dei prossimi mondiali del 2002, sperava con tutto il cuore che quel ragazzo così talentuoso e dal grande senso del gol, potesse fare le fortune di un Paese che cercava gloria e riconoscimento anche a livello internazionale, magari partendo proprio dai successi nel calcio.

Immagine

L’esplosione definitiva al Lens prima del mondiale

Nonostante al Rennes il percorso sembrasse piuttosto in discesa, Diouf decise di trasferirsi al Lens, dopo un solo anno alle “renne”. Una scelta molto positiva, poiché in due anni, Diouf collezionò 54 gare e 18 gol. Il suo Lens riuscì, soprattutto grazie ai suoi gol, a conquistare il Campionato Francese con ottimi risultati riscontrati anche in Europa dove, riuscì a vincere una semifinale di Coppa Uefa nel successo allo storico stadio di Highbury contro il ben più quotato Arsenal. Terminata con queste gioie la seconda stagione al Lens, nel 2002, Diouf convocato dal ct Bruno Metsu fu subito eletto come trascinatore delle selezione senegalese in vista del prossimo Campionato Mondiale di calcio.

Immagine

Il mondiale in Corea e Giappone

Inizialmente, quando il Senegal seppe del durissimo girone che avrebbe dovuto affrontare durante il mondiale, le speranze di poter superare il turno erano davvero poche. Di fronte, c’erano nazionali forti e rodate come Francia, Uruguay e Danimarca. Ma questo non scoraggiò i ragazzi di Metsu e soprattutto Diouf. Già dalla prima partita, il talento del Lens fu decisivo contro la squadra francese nell’azione che portò poi al gol decisivo di Diop. La vittoria proprio contro la terra che lo adottò e lanciò nel calcio che conta. Diouf fu eletto migliore in campo di quella gara e il Senegal, clamorosamente, fermerà il suo cammino solo ai Quarti di finale. Diouf, dopo quell’incredibile mondiale, fu inserito nell’All Star del Mondiale 2002. Un ambito riconoscimento che lo portò a cercare gloria anche all’estero. Già nell’annata precedente fu eletto “Calciatore africano dell’anno”, un titolo ambito.

Immagine

La grande occasione: il Liverpool

Un calciatore vero che dopo tanti corteggiamenti, alla fine di quel mondiale, accettò l’offerta del Liverpool che lo pagò 10 milioni di sterline. In un momento storico in cui i Reds vivevano un ricambio generazionale importante, dopo le partenze dei vari Anelka, Fowler e del Pallone D’Oro Michael Owen, Diouf ebbe l’occasione di riscrivere un nuovo capitolo della storia di uno dei più grandi e prestigiosi club inglesi. Ma il senegalese non riuscì mai ad esprimersi come si pensava e nella prima stagione non trovò mai la rete. Dopo l’avvento di Rafael Benitez le cose andarono peggio dell’anno successivo, quando in panca c’era Houlier e Diouf non fu nemmeno preso in considerazione dallo spagnolo. Dopo poco tempo, fu così ceduto al Bolton.

Immagine

Il lungo girovagare in cerca di gloria

Al Bolton, in 4 anni, Diouf segnò 21 reti. In crisi societaria, il Bolton fu costretto a cederlo al Sunderland per 3 milioni di euro. Anche qui la luce vista nei mondiali del 2002, sembrava lontana un miglio e così si trasferì al Blackburn, dove, dal 2009 al 2011, totalizzò 60 partite e 4 gol. A gennaio decise poi di cambiare aria e di andare ai Rangers di Glasgow, vincendo la Scottish League Cup e la Scottish Premier League. A fine stagione, gli scozzesi non gli rinnovarono il contratto. Da svincolato, puntò su di lui il Doncaster Rovers, squadra che militava nella Championship inglese. Ma qui, più che per le prestazioni in campo, Diouf si fece notare soprattutto per i suoi atteggiamenti molesti extracalcistici. Spesso infatti, fu trovato ubriaco nei bar, e una volta anche arrestato insieme al giovane Anton Ferdinand, fratello dell’ex United, Rio.

Immagine

La fine rovinosa e quel successo mai raggiunto

Dopo la breve parentesi al Doncaster, Diouf si legò al Leeds United dove si fece notare soprattutto per via di un pestaggio subito da parte di un barista che, da ubriaco, aveva offeso pesantemente. Nonostante ciò, il senegalese non ha mai perso la speranza di riscattarsi e provare a riprendersi in altri club. Dal 2014, al gennaio 2016, ha provato infatti a rimettersi in carreggiata nel campionato malesiano fra le fila del Sabah, dove però è riuscito a segnare solo 4 gol prima del ritiro. Un altro talento mancato che così ha lasciato il calcio soprattutto per i tanti colpi di testa extracalcistici che non gli hanno consentito una crescita professionale degna di un grande campione.

Immagine

 

65 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views