Egitto: arbitraggio contestato, lo Zamalek minaccia il ritiro

Ritirare la squadra dal campionato per protesta contro gli arbitraggi. Immaginate cosa accadrebbe se questa presa di posizione così netta e di rottura fosse propria di una squadra della nostra Serie A. A giudicare da quanto accaduto negli ultimi giorni – le polemiche, roventi, scaturite dalla semifinale di andata di Coppa Italia tra Juve e Napoli – ce n'è abbastanza per gettare benzina sul fuoco e alimentare tensione. Il fatto, però, è avvenuto in Egitto e riguarda la decisione assunta dallo Zamalek che, a causa di quanto accaduto durante il match con il Misr El-Maqassa, ha minacciato di chiudere in anticipo la propria esperienza nella Egyptian Premier League (l'equivalente del massimo campionato tricolore).
Perché lo Zamalek è arrivato a questo punto? Come si dice… tutto il mondo è paese e così in quello Nordafricano tocca assistere alle stesse lamentele di casa nostra. Cosa è successo? Nello specifico la società ha attaccato l'arbitro Gehad Grisha, reo di non aver concesso un calcio di rigore ‘solare' (a giudizio del club) che avrebbe potuto indirizzare diversamente le sorti di un incontro importante per la squadra impegnata nella corsa al titolo.
Succede tutto al minuto numero 21 del secondo tempo. Il direttore di gara ritiene ininfluente un tocco di mano in area e, tra le proteste dello Zamalek, indica che il gioco può continuare. La reazione è stata furibonda, al punto da spingere la squadra ad abbandonare il campo per qualche attimo – causando così la sospensione del match – salvo rientrare sul rettangolo verde per concludere la partita ed evitare sanzioni pesanti. La vicenda, però, non s'è chiusa: sbollita la rabbia dei calciatori, a rincarare la dose ci ha pensato la società che ha emanato il comunicato della discordia: ovvero, squadra ritirata dal campionato (come rilanciato dal presidente Mansour) se la federazione non opterà per la ripetizione della partita.