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Egitto, 21 condanne a morte per la tragedia di Port Said

Scontri dopo la lettura delle sentenze: parenti degli imputati assaltano la prigione, decine di vittime tra civili e agenti.
A cura di Maurizio De Santis
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Il 1° febbraio 2012, durante la partita di campionato egiziano Al Ahly-Al Masry, morirono 72 tifosi dell'Al Ahly allo stadio di Port Said. Dopo quasi un anno dalla tragedia, la lettura della sentenza per i responsabili delle violenze ha scatenato l'inferno in Egitto: condannate a morte le 21 persone accusate di essere coinvolte negli incidenti che hanno provocato la strage. Incidenti sono scoppiati tra parenti e agenti di guardia alla prigione in cui sono detenuti gli imputati. Centinaia i feriti, decine le vittime (28, secondo le prime stime del momento), ma il numero riscontrato finora è destinato a salire: 42, con gli scontri che sono ripresi anche nella giornata di domenica.

Morti anche i giocatori. Ci sono anche 2 calciatori di calcio tra le vittime. Secondo quanto riferisce al Arabiya si tratta di Tamer al-Fahla della squadra dell'al-Masry e Mohamed al-Dadhwi, che gioca per lo al-Mareekh. Entrambe sono team di Port Said.

La pena capitale. Secondo la legge egiziana, per l'esecuzione della sentenza bisognerà attendere il via libera da parte della massima autorità religiosa del paese, il Gran Mufti. Rimane in sospeso il verdetto dei 9 ufficiali di polizia e dei 3 manager della squadra avversaria, el Masri, accusati di avere permesso la peggiore strage della storia del calcio egiziano. Il verdetto per gli altri 52 imputati sarà pronunciato il 9 marzo.

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