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Eder: “Mio padre in carcere da 16 anni, uccise la mia matrigna”

L’eroe del Portogallo a Euro 2016 racconta i particolari della sua travagliata infanzia. A 8 anni finì in un collegio a Coimbra.
A cura di Marco Beltrami
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Un gol gli ha cambiato la vita. Eder è stato l’eroe a sorpresa del Portogallo nella finale di Euro 2016 contro la Francia. Sua la rete che ha consegnato il trofeo ai lusitani, stravolgendo di fatto la carriera del centravanti 28enne, ordinario della Guinea-Bissau. Dopo la deludente esperienza con lo Swansea il mercato è tornato a sorridere al giocatore del Lille che ora vanta numerose pretendenti. Una storia curiosa quella di Eder che racconterà tutto in un’autobiografia destinata a diventare un bestsellers almeno in patria.

La punta portoghese però ha anticipato alcuni dei temi relativi alla sua infanzia alla tv lusitana. E non sono mancate le rivelazioni a sorpresa soprattutto sul papà che si trova in carcere in Inghilterra. L’uomo è stato condannato per aver ucciso la matrigna di Eder. Questo il suo racconto: “Mio padre è in prigione da quando avevo 12 anni, dopo la morte della mia matrigna venne accusato del suo omicidio. Da quando iniziai a guadagnare, dopo essermi trasferito all'Academica, ho pensato di andare in Inghilterra per vederlo: volevo farlo ogni volta che andavo in vacanza”.

Una tragedia che il giocatore non ha voluto descrivere in quella che è stata comunque un’infanzia da dimenticare. Arrivato infatti in Portogallo da bambino, il ragazzo nato a Bissau è finito in un collegio a 8 anni in quel di Coimbra: “È lì che sono cresciuto, mi sentivo triste e abbandonato. Ma allo stesso tempo è stata un'esperienza che mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi, ho incontrato molti amici, è stato un momento prezioso per me”.

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