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Ecco perché l’Inter avrebbe l’obbligo di riscatto a 35 milioni per Rafinha dal Barcellona

Dietro alla trattativa di gennaio che ha portato il trequartista a Milano, si nasconderebbe un accordo tra i due club: in caso di qualificazione in Champions, l’Inter avrebbe l’obbligo di riscatto fissato a 35 milioni. Tutto tenuto nascosto, per aggirare le normative Uefa sul Fair Play Finanziario.
A cura di Alessio Pediglieri
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C'è un intrigo tra Barcellona e Inter, attorno all'affare Rafinha, un dietro alle quinte che potrebbe costare caro al club nerazzurro, circa 35 milioni di euro. Perchè dalla Spagna è rimbalzata la voce che entro l'inizio del calciomercato estivo, il club di Suning dovrà pagare tale cifra alla società catalana per trattenere Rafinha. Non per scelta volontaria ma per un accordo stretto in tempi non sospetti tra i due club.

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Un riscatto da Champions. Per il 25enne trequartista, dunque, il futuro sarebbe stato segnato dalla qualificazione in Champions League da parte dei nerazzurri perché l'accordo prevedeva proprio questo: una sorta d'obbligo di riscatto, fissato a 35 milioni, in caso di qualificazione nella massima competizione europea. E il successo dell'Olimpico, dunque, oltre alla felicità e alla soddisfazione di aver conquistato l'ultima piazza a disposizione, porterebbe con sè anche il classico lato oscuro.

Perché è stato tenuto nascosto. Se fosse vero, la domanda sorge spontanea: come mai nessuno ne ha mai saputo nulla e tutto è rimasto celato dal più rigoroso silenzio? Semplice. Uno stratagemma per aggirare il Fair Play Finanziario con cui l'Inter ha da sempre problemi seri. Per i parametri UEFA, infatti, l'arrivo di Rafinha a gennaio con un obbligo di riscatto nero su bianco sarebbe valso come un acquisto vero e proprio e quindi inserito subito nelle spese di bilancio.

La finta opzione di riscatto. Invece, il trequartista è arrivato sì in prestito, sì con un riscatto praticamente concordato tra le parti ma sembrava che vi fosse la possibilità di scelta e quindi, ad ogni effetto, un semplice e classico prestito il cui costo sarebbe dovuto essere inserito successivamente, salvando il bilancio e accontentando le direttive UEFA.

Tutti tacciono. Nessuno conferma, ma soprattutto nessuno smentisce le voci. E questo lascia pensare che vi sia dietro qualcosa di vero. Si spiegherebbe come mai il Barcellona non si sia mai interessato realmente del futuro di Rafinha, un po' come invece ha fatto il Valencia per Cancelo sul quale c'è un braccio di ferro tra i nerazzurri e gli spagnoli. Ma c'è di più.

Addio a Cancelo. Se è vero che l'Inter dovrà versare 35 milioni al Barcellona per il riscatto ‘obbligato' di Rafinha', ciò significherebbe ‘investire' quasi tutti i milioni che arrivano dalla Champions League, rimettendo il resto del mercato nelle mani di Ausilio senza liquidità e contando sul solito autofinanziamento. Resta da capire se Spalletti abbia mai saputo il tutto e quanto sia d'accordo, oggi, a spendere i soldi europei per Rafinha e non – ad esempio – per un esterno come Cancelo.

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