E’ giusto che l’Inter faccia ricorso contro la squalifica per i cori razzisti?

E' giusto che l'Inter faccia ricorso contro le decisioni del Giudice Sportivo che ha inflitto 2 giornate di squalifica al ‘Meazza' (porte chiuse) e l'obbligo di disputare una terza gara con la Curva chiusa? Il club nerazzurro non ha ancora deciso se impugnare o meno il provvedimento scaturito dagli episodi razzisti verso Kalidou Koulibaly avvenuti nella partita contro il Napoli, con ogni probabilità sta valutando ancora cosa fare e l'opportunità di un'azione del genere che potrebbe generare ulteriori polemiche. Secondo il Corriere dello Sport una decisione in tal senso verrà presa solo a inizio 2019 perché, al di là della profonda riprovazione per quanto accaduto, c'è anche un altro fattore da valutare: ovvero, quella fetta consistente di pubblico che non si riconosce in quell'atteggiamento biasimevole che ha fatto parte da colonna sonora alla sfida di campionato.
Allo stato dei fatti l'Inter giocherà a porte chiuse prima contro il Benevento in Coppa Italia (13 gennaio) poi contro il Sassuolo in campionato (19 gennaio, prima partita del girone di ritorno). Quanto al match con il settore di Curva chiuso, potrebbe essere quello del 30 gennaio (in caso di passaggio ai quarti di finale in Coppa Italia) oppure del 3 febbraio (match casalingo in campionato col Bologna).
I tempi per un eventuale ricorso. Una volta ricevuta comunicazione ufficiale della sanzione, la società ha 3 giorni di tempo per richiedere gli atti e prefigurare un reclamo. In tal caso deve presentarlo entro 7 giorni dalla ricezione del referto dell’arbitro. Lo farà? Non è chiaro, considerata la delicatezza della situazione.
- Perché è giusto fare ricorso. da un lato c'è chi ritiene che la sanzione sia stata troppo severa, perché ritenuta troppo penalizzante nei confronti di quei sostenitori che allo stadio ci vanno per tifare, anche in maniera colorita, ma senza tracimare in insulti razzisti né per tentare agguati/assalti ai rivali.
- Perché non è giusto fare ricorso. La posizione assunta in maniera ufficiale dalla Uefa e dalla FifPro (il sindacato internazionale dei calciatori) invece spinge nella direzione opposta. La Federazione ha fatto notare come in occasione dei cori razzisti contro Koulibaly non sia stato rispettato il protocollo anti-razzista e quindi, per i due enti, la decisione del giudice sportivo è giusta.