Dopo il tradimento di Leonardo, Moratti sceglierà Mihajlovic con un anno di ritardo
Per l'ufficialità si dovrà attendere 24, forse 48 ore. Dipende tutto da Leonardo, quando deciderà di rendere ufficiale la sua nuova avventura al PSG da Direttore Generale o – come dicono i più maliziosi – da Presidente del club parigino mascherato da dirigente. Finchè il brasiliano non rilascerà, insieme al club francese, una nota ufficiale del suo nuovo incarico, l'Inter non diramerà alcun comunicato sul futuro allenatore che dovrà prendere in mano una società che in una settimana si è vista ribaltare ogni tipo di programmazione. Massimo Moratti non ha nessuna intenzione di creare più confusione di quanta non ce ne sia già, anche se l'Inter ha già deciso il successore: Sinisa Mihajlovic. I polveroni alzati in questi giorni su Bielsa e Vilas Boas hanno creato problemi di ‘gestione‘ al numero uno nerazzurro che si è trovato a controbattere a notizie sfuggite dall'obbligo del silenzio: qualche gola profonda ha raccontato alla stampa più di quanto l'Inter avrebbe voluto che uscisse e la ‘bomba‘ Leonardo ha investito Appiano con una denotazione alla vecchia maniera, di tempi andati quando l'Inter e Moratti "mangiavano" allenatori come noccioline. Tempi che sembravano cancellati dalle vittorie e dai grandi e piccoli Triplete ma che sono tornati brutalmente a galla.
I ‘NO' DI MARCELO E DI ANDREI – La scelta è arrivata già a metà della scorsa settimana: incassato il ‘no' del Loco Marcelo Bielsa, capito che 15 milioni di clausola rescissoria per un tecnico – seppur talentuoso come Andrei Vilas Boas – sono comunque eccessivi in mancanza di altre garanzie, viste le difficoltà oggettive di prendere un ‘guru‘ tra i vari Ancelotti, Capello e Hiddink, non restavano altre alternative che le piste ‘italiane‘. Gasperini e Delio Rossi, i big appiedati dalla scorsa stagione oppure i soliti noti, Zenga e Mihajlovic già ‘trattati‘ nell'epoca del dopo-Mourinho quando proprio l'Uomo Ragno era stato chiamato in causa dallo Special One e il serbo sembrava una alternativa valida per carisma e personalità. Oggi, l'Uomo Ragno è rimasto ancora una volta in naftalina con voci di mercato che lo rivogliono Oltreoceano, ai Red Bulls, per una nuova avventura in Major League. E' rimasto così il tecnico della Fiorentina. Della Fiorentina, appunto. Un problema non da poco perchè ancora sotto contratto con i Della Valle e una piazza molto attenta a improvvisi capovolgimenti di fronte.
ADDIO ALLA VIOLA – Sinisa Mihajlovic non ha mai nascosto la sua volontà di approdare all'Inter come tecnico. Già ha fatto bene ai tempi di Roberto Mancini in seconda, lasciando un buon ricordo nei tifosi e in tutto l'ambiente. Quando nel dopo-Mourinho non venne accolta la sua candidatura non nascose un certo rammarico ma poi l'avventura a Bologna, a Catania e infine, in Viola gli ha permesso comunque di accrescere a livello nazionale le sue capacità in panchina. Una ‘palestra‘ che oggilo fa ritornare primo assoluto candidato. Per lui ci sarebbe pronto un contratto di due anni. E la Fiorentina? Davanti ad una proposta irrinunciabile del suo ex club nerazzurro, Andrea Della Valle avrebbe accettato di perdere il tecnico non prima di salvare il buon nome della Viola e l'operato della società. Il comunicato sul sito della Fiorentina in cui Mihajlovic di proprio pugno avrebbe scritto ai tifosi il suo amore verso Firenze e i ringraziamenti per l'opportunità di poter lavorare su una piazza come poche altre, sembra un testamento che libera la proprietà dalla futura scelta di saltare sulla barca nerazzurra. A Firenze arriverà probabilmente uno tra Gasperini e Delio Rossi e anche in questo caso, si dovrà aspettare l'effetto domino da Leonardo.
DALL'INTER… ALL'INTER – Per Mihajlovic l'Inter è un ritorno a casa. In nerazzurro ha svolto il ruolo di allenatore in seconda dal 2006 al 2008, con Roberto Mancini in panchina, per poi lasciare l'incarico poco dopo l'arrivo di José Mourinho. Con il tecnico jesino, Mihajlović ha vinto due campionati italiani, nella stagione 2006-2007 e nella stagione 2007-2008, nonché la Supercoppa italiana del 2006.
Dal 3 novembre 2008 è stato il tecnico del Bologna, subentrato all'esonerato Daniele Arrigoni. Ha esordito l'8 novembre successivo contro la Roma (1-1). Dopo cinque pareggi consecutivi in campionato, ha vinto il suo primo incontro il 13 dicembre (Bologna-Torino 5-2). Il 14 aprile 2009, dopo una serie di risultati alquanto deludenti, culminata con la pesante sconfitta interna per 1-4 contro il Siena, la quarta consecutiva per i rossoblù, viene esonerato e sostituito da Giuseppe Papadopulo.
Dall'8 dicembre 2009 prende il posto di Gianluca Atzori sulla panchina del Catania. Debutta il 13 dicembre perdendo contro il Livorno (0-1). La domenica successiva, 20 dicembre 2009, conquista la sua prima vittoria col Catania a Torino contro la Juventus (1-2), seguita da una serie di risultati positivi, che permettono al Catania di sollevarsi dal terz'ultimo posto e raggiungere una zona tranquilla della classifica. Il 9 maggio 2010 centra la salvezza matematica (42 punti) con il Catania nello scontro con il Bologna allo stadio dall'Ara, con un pareggio per 1-1. La domenica successiva, ultima di campionato, battendo il Genoa al Massimino (1-0) permette al Catania di conquistare il record di punti (45) nella recente storia della squadra rossazzurra in serie A e la 13ª posizione in classifica finale. Il 24 maggio 2010 Mihajlovic si dimette dall'incarico di allenatore tramite una lettera mandata alla società.
Il 3 giugno 2010, la Fiorentina annuncia ufficialmente di avere ingaggiato l'allenatore serbo che siederà sulla panchina viola al posto di Cesare Prandelli. Il serbo firma un contratto che lo lega al club viola per due anni con un'opzione sul terzo; il nuovo mister percepisce un ingaggio poco superiore a 700mila euro. Come suo vice, Mihajlović sceglie Dario Marcolin, già suo collega in panchina nella stagione sportiva 2009-2010 al Catania.