Diritti tv, esposto Mediaset contro la Lega Calcio e Infront: “D’accordo per favorire Sky”
E' appena finito il campionato, la stagione si appresta a vivere l'ultimo colpo di coda della finale di Champions League a Cardiff che ci riguarda da vicino con la sfida della Juventus al Real Madrid, che già si affilano i coltelli per il prossimo anno. A farlo è Mediaste che parte all'attacco di Sky e lo fa attraverso la Lega Calcio e Infront, che aiuterebbero il colosso satellitare a quello che è stato definito un cartello da ‘ultra dominanza'. Il tutto presentato in un esposto al Garante della Concorrenza, l'Antitrust.
Esposto all'Antitrust – L'esposto di 13 pagine non fa sconti a Sky e sottolinea intanto la limitata "appetibilità" del Pacchetto B previsto per il digitale terrestre che ha solo quattro squadre di prima fascia: la Juve, l'Inter, il Milan e il Napoli. Le altre quattro sono definite senza mezzi termini di "scarsissimo interesse". Troppo poco per contrastare l'offerta satellitare ai propri utenti creando un regime sommesso di monopolio. Perché il Pacchetto D permette la trasmissione delle partite con tutte le tecnologie possibile e ha poi 324 gare di cui 132 sono in esclusiva.
Lega-Infront pro Sky – Dunque il bando della Lega Calcio sembrerebbe alzare una barriera all'ingresso, che taglia fuori molte emittenti minori mentre ne favorisce una, la più grande, Sky. una ‘coincidenza di interessi' tra i due soggetti che così facendo potrebbero elevare il costo degli abbonamenti. Anche grazie a Infront, sostiene Mediaset: il consulente della Lega, infatti, secondo le accuse, considera del tutto legittimo che un solo soggetto (ovvero la piattaforma satellitare Sky) possa prendere i diritti sia per il solo satellite sia per il solo digitale terrestre, condannando alla definitiva scomparsa l'unica offerta alternativa, quella di Mediaset Premium.
Contro il potere di Murdoch – Con l'esposto presentato il gruppo Mediaset prende dunque di mira il bando della Lega Calcio e del suo consulente Infront per i campionati dal 2018 al 2021. Il tutto infatti favorirebbe la pay-tv di proprietà di Rupert Murdoch che "dalla sua costituzione, nel 2003, ha sempre controllato quantomeno il 75-80 per cento del mercato".