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Dieci stranissimi tatuaggi dei calciatori sui campi di A (e non solo)

Dall’inferno dell’apache fino al disegno tribale di Marco Borriello, quando il tatuaggio è anche un’arte. De Rossi, invece, ne ha dedicato uno alla figlioletta Gaia.
A cura di Michele Mazzeo
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Calciatori e tatuaggi ormai un binomio sempre più consolidato. Ogni domenica da diversi anni vediamo sui campi di Serie A giocatori che mettono in mostra i loro corpi ricoperti da tattoo: tra disegni bellissimi e scritte piene di significato, ne abbiamo trovato anche qualcuno che definire strano è riduttivo. Ecco una serie di ragazzi, che hanno calcato o calcano ancora oggi i principali campi del Bel Paese, che hanno sul loro corpo disegni “particolari”.

De Rossi, Dessena e Gilardino: cosa non si fa per i figli?

Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, ha parecchi tatuaggi, alcuni dei quali sono dedicati alla figlia Gaia. Tra questi spuntano anche i Teletubbies con le parole di Favola dei Modà che le cantava per addormentarla. In questo caso la motivazione prevale sul soggetto. Stesso soggetto e stesso motivo per il tatuaggio che occupa la schiena del mediano del Cagliari Daniele Dessena. Anche per lui quattro Teletubbies, personaggi di un noto programma televisivo per bambini, dedicati al figlio Tommaso. Una menzione speciale anche per Alberto Gilardino, attuale attaccante dell’Empoli,  che per le sue tre figlie (Ginevra, Gemma e Giulia) si è tatuato addirittura il volto del popolare cartone Peppa Pig.

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Lavezzi, Matuzalem e Sturaro: perché?

L’ex Napoli Ezequiel Lavezzi è un grandissimo appassionato di tatuaggi, e la sua passione la si riconosce a prima vista. Ma non tutti sono riusciti bene. Infatti, sulla schiena il Pocho ha una raffigurazione malriuscita di un Giano Bifronte quasi irriconoscibile. E non pago di ciò l’attuale giocatore dell’Hebei China Fortune ne ha aggiunto un altro sicuramente più trash: la pistola che gli spunta dal pantaloncino all’altezza del fianco destro.

Inspiegabile, come quello tatuatosi sul petto dallo juventino Stefano Sturaro: una spada con tanto di tirapugni posto nell’elsa, probabilmente in onore del wrestler Brock Lesnar che ne ha uno identico. Difficile capirci qualcosa anche nei tatuaggi di Francelino Matuzalem, ex di molte squadre di Serie A e oggi in Serie D con la Nuova Monterosi. Sul collo del brasiliano originariamente era presente quello che doveva essere un pallone infuocato, poi corretto in qualcosa di non ben definibile.

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La traversa di Mauricio Pinilla

Grande amante dei tatuaggi, Mauricio Pinilla, attaccante cileno dell’Atalanta, dopo la Coppa del Mondo brasiliana ne ha aggiunto uno molto particolare alla sua collezione. Il giocatore ha infatti deciso di tatuarsi il fotogramma della traversa colpita negli istanti conclusivi del secondo supplementare del match di ottavi di finale del mondiale 2014 contro il Brasile che avrebbe potuto farlo diventare un eroe nazionale nel suo Cile, ma che invece gli ha regalato una grandissima delusione. Significativa la didascalia scelta: "Ad un centimetro dalla gloria".

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L’Inferno dell’Apache

C’è poi chi si è tatuato addirittura un cantico della Divina Commedia di Dante. Si tratta di una vecchia conoscenza del nostro campionato, che oggi gioca nel Boca Juniors. Infatti, l’attaccante argentino ex Juventus Carlitos Tevez si è fatto tatuare sull’intera superficie della schiena una rappresentazione dell’Inferno. Ed è davvero tutto molto realistico: tra fiamme, dannati e demoni, sembra davvero una scena degna del capolavoro dantesco.

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Un mondo dietro Agger

Anche se non ha mai giocato in Italia, abbiamo deciso di inserire in questo elenco anche Daniel Agger, ex difensore del Liverpool (dove insieme a Martin Skrtel formavano la coppia di centrali più tatuata al mondo). Il giocatore danese, ritiratosi lo scorso giugno a soli 31 anni, per hobby fa il tatuatore. Ma non è questo il motivo per cui lo abbiamo voluto inserire, bensì per l’affresco che occupa la sua schiena: animato da un grande spirito patriottico si è fatto tatuare infatti un pezzo di storia del suo Paese, ossia un cimitero vichingo al centro del quale siede Holger, guerriero della mitologia danese, con la sua cortana sulle ginocchia sovrastato dalla scritta “Mors certa, hora incerta” (La morte è sicura, quando arriverà invece no). Quando si dice portare la storia di una Nazione sulle spalle.

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Il disegno tribale di Borriello

Protagonista in Serie con la maglia del Cagliari, Marco Borriello è un appassionato di tattoo. Per il proprio corpo ne ha scelto uno molto particolare e così sula parte destra del busto ha chiesto al tatuatore di realizzare disegno che inizia sul petto e continua sulla spalla e sul braccio destro. Che significato ha quella livrea? E' un marquesan tattoo, ovvero uno stile che prende le origini dalle isole Marquesas nel sud del Pacifico.

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