Dembelè: “No a Ranieri perché non parla bene francese”. E va al Borussia
Il gran rifiuto a Ranieri. No, secco alla proposta che il Leicester aveva provato a convincere Ousmane Dembelè, ala destra del Rennes, ad accettare il trasferimento in Inghilterra. Il motivo vero? Ha detto sì al Borussia Dortmund che lo ha messo sotto contratto con un quinquennale. "Il forte interessamento nei miei confronti – ha ammesso il calciatore, come si apprende dal sito dei tedeschi – ha fatto la differenza. Non vedo l'ora di giocare davanti a 80mila spettatori e disputare la Champions League".
Diciannove anni, francese di origini maliane, è tra le rivelazioni del club che ha disputato una buona stagione in Ligue 1, valore di mercato cresciuto molto negli ultimi due anni (quotazione a 12 milioni di euro): calcia con entrambi i piedi, caratteristica che fa di lui una pedina duttile abbastanza da poter essere impiegato anche sulla corsia mancina del centrocampo. Contratto in scadenza nel 2018, The Foxes hanno bussato alla porta dei transalpini ricevendo però un rifiuto anzitutto da parte del calciatore, per nulla attratto dall'interesse dei campioni della Premier e più ancora dalla possibilità di calcare il palcoscenico prestigioso della Champions.
Ad ammettere la reticenza nell'intavolare la trattativa è stato proprio Dembelé che ai media francesi ha raccontato: "Gioco nel Rennes da 6 anni e anche se nella scorsa estate le cose non sono andate per il meglio so che adesso la situazione è diversa. Sono molto contento di quello che ho fatto qui in questa stagione e dei progressi fatti nel corso del tempo. E' vero che il Leicester e Claudio Ranieri mi hanno contattato, con il tecnico ho parlato al telefono. Ma gli ho detto no perché non parla bene il francese".
La realtà, invece, era ben diversa: secondo le ultime notizie di mercato poi ufficializzate, sulle tracce di Dembelè c'era il Borussia Dortmund, che lo ha messo sotto contratto. Lui aveva dissimulato, poi si era lasciato sfuggire "spero di poter giocare la Champions League". Lo farà tra le fila dei tedeschi di Tuchel. Ma non dall'altra parte della Manica.
