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Debutto Champions, così la Roma operaia ha fermato Messi

Davanti al tridentazo e al possesso palla catalano, Garcia ha imposto un gioco di ripartenza e velocità. Senza strafare, lasciando Dzeko solitario davanti e limitando i danni. Prova di maturità tattica e psicologica di un gruppo che non è caduto nell’errore di giocarsi alla pari la sfida contro i campioni in carica. Uscendo dall’Olimpico tra gli applausi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è stata di certo un'ottima Roma quella vista all'Olimpico per il debutto in Champions League. Ma a volte per capire la qualità di una prestazione non basta guardare il tabellino finale, serve anche vedere chi si ha di fronte. E contro i campioni d'Europa in carica, con il tridentazo in campo per 90 minuti, gli uomini di Garcia hanno interpretato la partita nel modo più corretto possibile: giocarsi le proprie carte senza strafare, spingendo in verticale e sfruttando le proprie caratteristiche. Aiutati anche da quale pizzico di fortuna che dà una mano a chi prova ad essere audace strappando un pareggio importantissimo.

Non ci sono stati colpi di testa nè di genio ma tanta dedizione alla causa. Garcia sapeva perfettamente chi si trovava di fronte: un avversario capace di addormentare la partita, con un possesso palla asfissiante e un gioco ai fianchi per gli inserimenti e la genialità di O'Ney, la Pulga e il Pistolero. Alla fine ha segnato solamente Suarez e c'è stata una traversa di Messi anche grazie alle parate di De Sanctis e prima ancora di Szczesny, uscito poi per infortunio.

Tra i giallorossi ha brillato la stella di Florenzi, autore di un gol che è già divenuto copertina della Champions 2015/2016: un tiro dalla metà campo che si è infilato tra palo e portiere. Una soluzione provata spessissimo dai giallorossi incapaci di penetrare palla al piede in area catalana. Ci aveva provato soprattutto ad inizio partita Salah con la sua velocità ma ben presto anche l'egiziano errante si è rimesso nei ranghi e ha remato con il gruppo per evitare crolli improvvisi.

Una mentalità e un gioco che ha pagato soprattutto l'uomo più atteso al debutto europeo: Dzeko. L'ex City non ha quasi mai toccato palla, dedicandosi ad un lavoro oscuro per tenere bassa la difesa di Luis Enrique che ha fatto all'Olimpico la partita che voleva senza però concluderla con il risultato più ambito. Certo, poteva fare di più e meglio ma per stasera va bene anche così. Merito di Garcia e dei suoi uomini operai che al 90′ hanno potuto festeggiare un debutto positivo uscendo dal campo sotto gli applausi dell'Olimpico.

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